Repubblica/Bari: Regole più severe: crollano i superbravi nelle scuole private
Maturità, la carica dei 40mila
Maturità, la carica dei 40mila
Regole più severe: crollano i superbravi nelle scuole private
Passano da 108 a 14 gli studenti di quarta ammessi alle prove
Una possibilità offerta a chi si presenta con la media dell´otto
Anche i privatisti provenienti da altre regioni sono meno
ANNA GRITTANI
L´esame di stato non è più una passeggiata. Tornano i commissari esterni, si inaspriscono le regole e come effetto immediato in Puglia calano di colpo i privatisti delle scuole paritarie e si riduce ai minimi storici il piccolo esercito di superbravi: quelli che fino all´anno scorso saltava l´ultima classe presentandosi alla maturità in quarta, grazie a una media di tutti otto. Anche questi studenti (detti "ottisti" o "saltanti") provenivano per la maggior parte dalle scuole private. Di contro i candidati interni aumentano di 1.386 unità. In definitiva il 20 giugno fra interni ed esterni si presenteranno all´appuntamento finale con la scuola superiore 41mila 543 studenti, il numero più alto negli ultimi sei anni. La differenza con gli esami del 2006 è clamorosa: i superbravi l´anno scorso erano 108 (89 nelle paritarie) e quest´anno sono appena 14. Soltanto due studenti provengono dagli istituti paritari, mentre gli altri 12 dalle scuole statali.
Nel 2003 in Puglia si candidarono agli esami di stato 258 superbravi: l´87 per cento frequentavano scuole private. Oggi la situazione si è praticamente capovolta. Ma molto è cambiato anche sul fronte dei privatisti. L´anno scorso presentarono domanda di ammissione 2mila 633 candidati esterni: quasi 300 provenivano da altre regioni e presero d´assalto alcune scuole paritarie pugliesi per accaparrarsi l´ambito pezzo di carta. Per parecchi andò a finire male perché un´ordinanza li rispedì nelle regioni di provenienza. Quest´anno le domande dei privatisti sono 2mila 239 (394 di meno): la differenza tuttavia non pesa tanto sulle scuole pubbliche quanto sulle private, che perdono quasi il 29 per cento dei candidati. Sono tutte conseguenze della nuova legge (la numero 1 dell´11 gennaio 2007) voluta dal ministro Giuseppe Fioroni proprio per ridare dignità agli esami di maturità. Così la prova finale della scuola superiore dall´epoca di Giovanni Gentile, che la istituì nel 1923 (dopo le riforme di Giuseppe Bottai nel 1940, Guido Gonella nel 1951, Fiorentino Sullo nel 1969, Luigi Berlinguer nel 1997 e Letizia Moratti nel 2001), cambia i connotati per la sesta volta.
Quest´anno i maturandi avranno qualche difficoltà in più rispetto all´anno scorso. Tornano i commissari esterni per metà della commissione: saranno tre su sei (gli altri tre sono interni). Il presidente, che dall´era Moratti all´anno scorso era unico per ogni sede d´esame, avrà sotto la sua responsabilità soltanto due classi. E soprattutto arrivano tempi duri - anzi, durissimi - per gli ottisti. Adesso, oltre a essere promossi in quarta con otto in tutte le materie, devono aver seguito - si legge nella nuova normativa - «un corso regolare di studi di istruzione secondaria superiore, riportando una votazione non inferiore a sette decimi in ciascuna disciplina» sia in seconda sia in terza: classi nelle quali non si può essere ripetenti. I dati di quest´anno servono a dimostrare che chi chiedeva di bruciare le tappe, a dispetto dei suoi "tutti otto" in quarta, non era poi così superbravo, se solo si dava un sguardo al curriculum precedente. E poiché nulla è casuale, si spiega anche la riduzione dei privatisti (che nell´era Moratti erano cresciuti a dismisura).
Non incide solo la presenza dei commissari esterni, ma anche un´altra condizione: le scuole paritarie non possono avere un numero di candidati esterni che superi il 50 per cento degli interni. Quindi se gli interni sono dieci, i privatisti non possono essere più di cinque. Ed è proibito formare, come invece avveniva gli anni scorsi, classi di soli esterni. Ma non è tutto. Oltre ai commissari esterni, torna il giudizio di ammissione. E fra due anni sarà obbligatorio aver saldato i debiti formativi. Una rivoluzione che soddisfa in pieno Lucrezia Stellacci, direttore dell´Ufficio scolastico regionale. «Questa legge - dice - disciplina meglio le procedure e costringe le paritarie a rispettare la normativa. In definitiva permette di non fare sconti a nessuno. Abbiamo imboccato la strada giusta per una maggiore serietà a questo esame