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Repubblica-Bari-Promosse scuola e università grande assente la formazione

Una ricerca di Franco Chiarello su un settore tra luci e ombre. Critiche alle capacità di spesa della Regione. Ma ci sono buone prospettive Promosse scuola e università grande assente la f...

02/07/2004
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la Repubblica

Una ricerca di Franco Chiarello su un settore tra luci e ombre. Critiche alle capacità di spesa della Regione. Ma ci sono buone prospettive
Promosse scuola e università grande assente la formazione
Assindustria: in Puglia servono più investimenti
Gli istituti superiori della provincia si classificano fra le migliori strutture d'Italia
Intorno al 20 per cento si aggira la percentuale di baresi che scelgono di andare in altre regioni
Resta ancora scarsa la percentuale di studenti che da altre regioni scelgono di venire a Bari
Il confronto tra laureati e iscritti sembra indicare una capacità di attrazione decrescente nel tempo
ILARIA FICARELLA


Nonostante tutto funziona. Nonostante la precarietà delle strutture, la fuga degli studenti, lo scarsissimo appeal nei confronti di studenti provenienti da altre regioni, il sistema della formazione a Bari è uno dei migliori d'Italia.
Lo afferma uno studio elaborato per l'associazione provinciale degli industriali da Franco Chiarello, docente del dipartimento di Scienze storiche e sociali dell'Università di Bari. l'indagine, che rientra nel progetto di Assindustria "La fabbrica del futuro", realizza uno zoom sugli aspetti caratterizzanti del sistema scolastico, universitario e della formazione professionale presente a Bari, mettendone in risalto difetti e pregi. Fra i difetti, tutte le carenze strutturali. Fra i pregi, il basso numero di ripetenti e bocciati.
Promossa a pieno titolo è la scuola superiore della provincia, che si classifica fra le migliori d'Italia. Ad alzare la media, è la scarsissima incidenza di studenti in ritardo nel corso di studi, del numero di ripetenti e respinti, rispetto alla media regionale e a quella nazionale. Il voto dato alla scuola media inferiore invece mette Bari fra i 18 grandi Comuni italiani per minore quota di alunni che ripetono più di una volta l'anno scolastico.
Per quanto riguarda l'Università, invece, posta l'ampia disponibilità di scelta (con i tre centri accademici e le 16 facoltà, cui si aggiungono "prestigiose istituzioni di alta formazione), Bari è da considerarsi "uno dei centri di formazione superiore e di ricerca più importanti d'Italia". Ultima ma non ultima, la formazione professionale, che in tutta la regione fruisce a pieno, ormai dal 2002, di finanziamenti ampiamente integrati dal Programma operativo regionale (Por) 2000-2006. Ma, come sottolinea nell'analisi Franco Chiarello, a fronte di ragguardevoli dimensioni della spesa impegnata, del numero di corsi e di allievi previsti, "le attività finora concretamente realizzate sono nettamente inferiori alle previsioni".
L'indagine sulla composizione e le caratteristiche del sistema educativo di Bari elaborata per Assindustria, parte proprio dalla formazione professionale.
La relazione spiega che "finora, il settore ha dimostrato buone capacità di spesa effettiva, rispetto alle somme impegnate". Ma gli investimenti effettuati dalla Regione Puglia, sono considerati comunque "scarsi" rispetto al numero potenziale degli utenti: 47 euro pro capite, rispetto a una media che nel resto del Mezzogiorno raggiunge gli 86 euro e che in Italia arriva a 80 euro. Basso è anche il numero delle persone coinvolte nei processi formativi: lo 0,3 per cento della forza lavoro, contro l'1,3 del Mezzogiorno e il 3 per cento della media nazionale. Questo il quadro di riferimento generale per la formazione professionale, cui si aggiunge la considerazione secondo cui negli ultimi due anni e mezzo il settore è stato quasi interamente finanziato dal Por Puglia. "L'indicazione più importante che emerge dall'indagine - scrive Franco Chiarello nella relazione - è che mentre l'inserimento di questo settore nel Por costituisce di fatto una potenziale condizione per attivare rapporti sistematici con le imprese locali, le difficoltà nella attuazione della recente riforma di questo delicato settore e la sua perdurante scarsa apertura all'esterno hanno reso finora questi rapporti assai labili e problematici".
Passando al sistema scolastico, il primo dato rilevato dall'analisi che salta agli occhi riguarda il rapporto tra gli iscritti alla scuola superiore e la popolazione giovanile tra i 14 e i 18 anni è pari, in Puglia, all'81 per cento, inferiore di un punto percentuale rispetto al dato nazionale. A Bari questo rapporto scende al 79 per cento e questo fa del capoluogo - fatta salva Brindisi - la città con il più basso tasso di partecipazione lordo di tutta la regione, visto che Lecce fa segnare invece un più 87 per cento e Taranto un più 86. Ancora inferiore alla media regionale e a quella nazionale - ma questa volta in senso positivo - è poi il dato relativo alle quote di studenti di scuola media inferiore in ritardo (il 6,7 per cento), ripetenti (il 2,3) e bocciati (3,2). Ancora sotto le altre medie, Bari vede per la scuola superiore un basso indice di ripetenti (il 19 per cento) e di bocciati (il 5 per cento) nella scuola superiore. Altro elemento significativo riguarda la scelta dell'indirizzo scolastico da parte dei ragazzi. Sono preferiti, in generale, i licei tecnico-scientifici e gli istituti professionali: scuola che garantiscono comunque una formazione "più immediatamente spendibile sul mercato del lavoro". Tirando le somme, per quel che riguarda la scuola, Franco Chiarello sottolinea che "se i fattori di contesto, in particolare non brillante situazione occupazionale, incidono in maniera fortemente negativa sulle prestazioni del sistema scolastico regionale e provinciale, l'esame degli indicatori di funzionamento interno di tale sistema mostrano chiaramente che Bari e le altre province pugliesi si collocano in buona posizione nella graduatoria delle province italiane". Per arrivare a queste conclusioni, il docente universitario prende a riferimento una recente ricerca del Miur per la scuola secondaria di primo e secondo grado, che mostra un buon rendimento del sistema scolastico regionale e locale. Ma ci sono poi anche tanti problemi: "Nelle scuole della provincia - scrive Chiarello - non mancano problemi, quanto a qualità delle strutture e degli impianti". In particolare, secondo altre indagini, la provincia di Bari si colloca all'83esimo posto per la qualità delle strutture. C'è poi la questione dell'affollamento delle aule. "Ma, al tempo stesso - sottolinea il sociologo - i casi d'insuccesso scolastico sono inferiori a quelli medi regionali e nazionali".
Solido il sistema accademico, che si fonda sulle tre università (Ateneo, Politecnico e Lum) con 16 facoltà e diverse altre istituzioni, 162 corsi di laurea triennale e specialistica, 25 master di primo e secondo livello e 94 corsi di specializzazione e alta formazione: numeri che fanno di Bari uno dei più importanti centri d'Italia. Maggiormente gettonate sono le facoltà di Giurisprudenza, Economia e Ingegneria, dato che fa dire a Chiarello: "Nella nostra università prevalgono corsi di laurea con sbocchi professionali tradizionalmente meridionali, come quello di avvocato, ma anche corsi a indirizzo squisitamente tecnico scientifico". Intorno al 20 per cento si aggira la percentuale di studenti baresi che scelgono di andare a studiare in altre regioni, mentre resta ancora scarsissima la percentuale di studenti che da altre regioni scelgono di venire a Bari a studiare; fanno eccezione solo le facoltà di Medicina e Veterinaria. Sempre intorno al 20 per cento sono invece gli iscritti provenienti da fuori provincia, in particolare da Taranto. Il confronto tra laureati, iscritti e immatricolati sembra indicare una capacità di attrazione decrescente nel tempo. "Uno sguardo panoramico sui rapporti tra il sistema educativo e il sistema produttivo locale - per Chiarello - suggerisce che questi rapporti, che pure non mancano, potrebbero tuttavia essere decisamente migliorati". Politecnico, scuola e Ateneo sono le realtà maggiormente attive sotto questo aspetto, capaci anche d'interagire fra loro. "Il grande assente da questa trama di relazioni - è la chiosa - resta purtroppo la formazione professionale".


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