Repubblica/Bari: Presidi, inchiesta sul concorso

I PROBLEMI DELLA SCUOLA
Il procuratore aggiunto Carrabba apre un´inchiesta sulla selezione per il "personale dirigente della scuola"

Gli agenti hanno acquisito una serie di atti all´ex provveditorato
Venerdì prevista la manifestazione dei sindacati "contro una palese ingiustizia"
I candidati erano 900 gli ammessi agli orali sono stati 450 ma i posti in tutta la Puglia solo 121 e il Tar ha respinto i ricorsi
GABRIELLA DE MATTEIS

Dopo il Tar anche la procura interviene sul caso del concorso per presidi. E lo fa aprendo un´inchiesta per verificare la regolarità delle procedure seguite. Nelle ultime settimane, infatti, sulle scrivanie del Palazzo di Giustizia di via Nazariantz sono arrivati alcuni esposti anonimi, dettagliati e circostanziati. Così il procuratore aggiunto Giuseppe Carabba ha avviato un´indagine. Nei giorni scorsi gli agenti della sezione di pg della polizia hanno acquisito alcuni documenti nella sede dell´ufficio scolastico della Puglia che ha coordinato il concorso su base regionale.
Gli investigatori vogliono capire se le accuse, contenute nelle denunce, siano fondate, se davvero come, sostenuto nelle lettere, alcuni aspiranti presidi abbiano superato le prove, nonostante la loro scarsa preparazione. Del resto il concorso per dirigenti scolastici è stato già al centro delle polemiche e di un contenzioso davanti ai giudici amministrativi. In Puglia i candidati che hanno chiesto di partecipare alla selezione sono stati quasi 900. E l´attenzione della procura si concentra proprio su alcune prove. Il concorso prevede due fasi: chi supera gli scritti, può accedere agli orali. E chi passa anche la seconda tranche è ammesso al corso di formazione per diventare dirigenti scolastici. Nella nostra regione i posti in palio erano 121 (95 per gli istituti primati e 36 per quelli secondari).
Le prove scritte sono state superate da circa 450 candidati che hanno sostenuto la selezione orale. Di questi ultimi solo una piccolissima parte è stata bocciata, gli altri, invece, sono stati ammessi al passaggio successivo e finale: il corso di formazione. Peccato però che il numero di posti fosse inferiore agli aspiranti presidi risultati idonei. Più di duecento (quelli cioè che avevano ottenuto un punteggio appena più basso) sono rimasti fuori.
Le polemiche sono state inevitabili. E anche i ricorsi al Tar. 150 professori che hanno superato le prove orali ma che non potranno frequentare il corso di formazione, hanno chiesto l´intervento, anche attraverso le organizzazioni sindacali, del Tribunale amministrativo. Il caso è stato esaminato dai giudici del Tar Lazio che hanno però respinto le richieste di sospensiva. La parola, adesso, passa al Consiglio di Stato. E alla procura che però sta esaminando un aspetto diverso dalla questione. I firmatari degli esposti hanno sollevato dubbi sull´operato delle due commissioni che hanno esaminato i 900 aspiranti presidi. Hanno espresso perplessità sulla reale preparazione di alcuni candidati che hanno superato le prove. Per il momento si tratta di ipotesi, di accuse che gli agenti del vice questore Piero Battipede stanno cercando di verificare.
Gli investigatori hanno già cominciato ad esaminare la documentazione acquisita nei giorni scorsi, mentre le organizzazioni sindacali hanno già promosso una mobilitazione perché tutti i candidati che hanno superato le prove orali vengano ammessi ai corsi di formazione. «Nella manifestazione di venerdì - spiega Maddalena Gissi, segretaria generale della Cisl scuola - siamo tornati a chiedere una soluzione concreta per i circa duecento professori pugliesi vittime di «una manifesta ingiustizia».