Repubblica-Bari-No ai soldi alle scuole private
associazioni studentesche criticano l'ipotesi di finanziamento "No ai soldi alle scuole private" "Sembra di assistere a un'opera di smantellamento del pubblico" ELENA LAT...
associazioni studentesche criticano l'ipotesi di finanziamento
"No ai soldi alle scuole private"
"Sembra di assistere a un'opera di smantellamento del pubblico"
ELENA LATERZA
Si riaccende la protesta nelle scuole superiori pugliesi: nel mirino c'è il piano di sviluppo regionale che prevede un sostegno economico per gli istituti privati, in quanto "fanno parte e pieno titolo del sistema dell'istruzione e consentono alle famiglie la libera scelta della scuola per i propri figli". Dura la reazione degli studenti: "Quei finanziamenti sono inaccettabili. Dalla prossima settimana partirà un volantinaggio a tappeto, mentre venerdì 23 gennaio abbiamo in programma un'assemblea generale per decidere con quali iniziative proseguire la mobilitazione". Del tutto contrari al provvedimento sono i ragazzi dell'Unione degli studenti: "E' un'idea aberrante - dichiara Claudio Riccio - in Italia e in particolare in Puglia, il vero problema delle famiglie non riguarda certo la libertà di scelta tra una scuola pubblica o una privata. A monte c'è la possibilità o meno di accedere all'istruzione, perché non viene garantito il diritto allo studio con adeguate misure di sostegno. La Regione dovrebbe prevedere borse di studio per chi è privo di mezzi, convenzioni per i trasporti, le mense, l'acquisto dei libri. Non certo dare soldi alle scuole private. Chiediamo che venga fatta una legge regionale sul diritto allo studio, ad oggi inesistente, che realmente garantisca l'accesso gratuito all'istruzione, che è un diritto, non privilegio". Gli studenti puntano il dito anche sulla questione irrisolta delle strutture: "E' gravissimo - sostiene Davide Viola, dell'Unione degli studenti - che vengano stanziati fondi alle private quando le carenze del sistema pubblico sono enormi. Penso, in primo luogo, al problema dell'edilizia scolastica. Edifici inagibili o non a norma, classi costrette a fare turni pomeridiani per mancanza di spazi adeguati sono alcuni esempi di come le lezioni si svolgano in condizioni precarie. Come movimento studentesco siamo in una fase di analisi di ciò che sta accadendo. Alla luce di questi orientamenti regionali la protesta già avviata nei mesi scorsi non si ferma, anzi, è a un punto di svolta. Dobbiamo solo decidere come indirizzare un'azione comune". E' questo il motivo che ha spinto le principali associazioni a organizzare un'assemblea generale: "Abbiamo intenzione di portare avanti un lavoro compatto - spiega Massimiliano Anelli, del Collettivo di iniziativa studentesca - solo così potremo raggiungere risultati concreti a livello cittadino e regionale. Non condivido affatto l'idea di sostenere gli istituti non statali, mi sembra di assistere a un'opera di smantellamento della scuola pubblica. Bisogna realizzare iniziative di sensibilizzazione e di informazione, per mettere in luce questi fatti".