Repubblica-Bari-Nel libro nero del ministro Moratti finiscono il Panetti e il Romanazzi
SCUOLA NELLA BUFERA Sono 91 gli istituti pugliesi che rischiano di scomparire dopo il lavoro di una commissione. Il caso Bari Nel libro nero del ministro Moratti finiscono il Panetti e i...
SCUOLA NELLA BUFERA
Sono 91 gli istituti pugliesi che rischiano di scomparire dopo il lavoro di una commissione. Il caso Bari
Nel libro nero del ministro Moratti finiscono il Panetti e il Romanazzi
Il limite è il parametro di 9 studenti e mezzo se non di meno, per ogni docente. In Italia sono interessate 2003 scuole
Roma inizierà ad attivare le procedure per il dimensionamento già da quest'anno, poi il piano entrerà in vigore nel 2003-2004
ANA GRITTANI
Anni di storia, migliaia di studenti e di esistenze segnate nei decenni, e adesso un unico destino all'orizzonte: sparire. Toccherà a 91 scuole della Puglia, un estratto dei 2003 istituti italiani segnati sul libro nero di Letizia Moratti. Scuole dove si abbatterà la scure perché accomunate da una caratteristica che altrove deporrebbe a favore della qualità dell'istruzione: 9 studenti e mezzo, se non di meno, per ogni docente. Un limite che la scuola made in Berlusconi e in Moratti, rispettivamente presidente-operaio e ministro-mamma, non può tollerare. Troppo spreco, bisogna dimensionare. Sta succedendo per gli ospedali, adesso è il turno alla scuola. Ma è solo un rischio '#8211; obietterebbe qualcuno '#8211; magari non avverrà nulla. Adesso appare come una nube nera all'orizzonte, ma gli uomini del ministero ci stanno lavorando, stanno sottolineando le situazioni, le classificano, le ordinano in numero decrescente, compilano gli elenchi e li distribuiscono ai sindacati. Così nasce un fascicolo di una cinquantina di pagine, con la hit-parade delle 2003 scuole italiane sulla buona strada della cancellazione. L'elenco comincia dall'istituto dove il rapporto è di uno a quattro virgola cinque. "Uno spreco". E poi continua cinque, sei, sette, otto, nove, nove virgola cinque. Stop. E le 91 pugliesi (per il 75% superiori), qua e là nell'elenco, in ordine sparso come collocazione geografica, ma perfetto sotto il profilo numerico. La più colpita è la provincia di Foggia seguita da Bari e Lecce, va decisamente meglio a Brindisi e Taranto. Così fanno la loro comparsa nel libro nero piccole scuole delle Daunia e nomi clamorosi di istituti che hanno fatto la storia dei baresi, donne e uomini, poveri e ricchi, professionisti e artigiani. Ecco i più noti. L'istituto tecnico commerciale "Romanazzi", l'industriale "Panetti", il tecnico per geometri "Pitagora", gli istituti professionali "Elena di Savoia " e "Majorana", l'istituto superiore di Giovinazzo che già aveva accorpato diversi tipi di scuola, e poi l'istituto d'arte di Monopoli, e ancora il professionale "Chiarulli" di Acquaviva, e quello di Barletta, il comprensorio medie ed elementari di Poggiorsini e, lo diciamo con particolare dolore, la scuola media di Carbonara Manzoni-Lucarelli, una di quelle cosiddette a rischio.
L'elenco è arrivato senza clamori, stampato su carta, a mezzo posta, in un caldo giorno di agosto, uno di quelli nei quali non si trova nessuno, nemmeno nei sindacati. Era ammucchiato col resto della posta. Poi però è saltato fuori a Roma, durante il vertice dei responsabili delle segreterie regionali della Cgil scuola. All'ordine del giorno c'era il complicato inizio di quest'anno scolastico, all'insegna dei contenziosi tra precari e sentenze del Tar, dei propositi di sperimentazioni per spezzoni di riforma, e inaugurato dal taglio degli organici. Poi, però, quell'elenco ha polarizzato l'attenzione. Ce l'ha tra le mani Gianni Milici, segretario regionale della Cgil scuola della Puglia. Da Roma lo commenta così: "Inizieranno ad attivare tutte le procedure per il dimensionamento già da quest'anno, poi il piano entrerà in vigore nell'anno scolastico 2003-2004". Perché tante scuole della provincia di Foggia? "Il criterio del dimensionamento numerico è puramente matematico '#8211; dice il sindacalista '#8211; Molti paesini sul Gargano hanno pochi abitanti e magari quell'unico istituto. Così lì sparisce non soltanto una scuola, ma la sola realtà culturale. A ridurre i numeri nel rapporto tra insegnanti e ragazzi contribuisce in molti casi la presenza di portatori di handicap che hanno magari un insegnante esclusivamente per loro". Tra i segnalati nell'elenco più buio della scuola italiana, spiccano gli istituti professionali con una loro specificità. E pensare che eravamo un paese di artisti. Forse non lo siamo più e magari ci stiamo trasformando nella terra degli informatici senza neanche accorgercene, perché la Moratti nel suo libro nero, colpisce a morte gli istituti d'arte della Puglia e dell'Italia intera.
Dietro l'elenco, il lavoro di una commissione che ha emesso il verdetto sul rapporto ottimale tra insegnanti e alunni. Per l'appunto uno a nove virgola cinque, tetto di tolleranza, più su va bene più giù è uno spreco.
Come immaginare la città di San Nicola senza il Romanazzi, il Pitagora, il Panetti? Non sa, la commissione della Moratti, che Cecilia Pirolo, preside del tecnico commerciale, ha messo in piedi la prima scuola superiore nella Casa circondariale di Bari? E non sa neanche che Francesco Tateo, preside della scuola per geometri, ha istituito il primo corso di cinese rivolto a ragazzini di quella terra che vivono a Bari senza conoscere la loro lingua madre? Non sa neanche di come il dirigente Eugenio Scardaccione della media Manzoni-Lucarelli di Carbonara abbia lottato con i denti, durante le operazioni di taglio degli organici, per avere qualche classe in più nella sua scuola a rischio?
Tutto inutile, ciò che conta è la proporzione e quella parla chiaro: un insegnante a 9,5 alunni e non uno di meno. Altrimenti si taglia.