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Repubblica-Bari-Ma sui banchi non è in vendita un prodotto

INTERVISTA Il rappresentante studentesco "Ma sui banchi non è in vendita un prodotto" "Tutti insieme dobbiamo discutere sui progetti" "Credo che sia sbagliato costruire una serie di p...

10/01/2003
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la Repubblica

INTERVISTA
Il rappresentante studentesco
"Ma sui banchi non è in vendita un prodotto"

"Tutti insieme dobbiamo discutere sui progetti"

"Credo che sia sbagliato costruire una serie di prodotti da vendere all'utenza. Certo, è vero che stanno aumentando le proposte, ma la mia impressione è che, in questo modo, si stia penalizzando la qualità formazione individuale che, soprattutto sotto il profilo culturale, sembra passare in secondo piano". Walter Anelli, 18 anni, rappresentante d'istituto del liceo scientifico Salvemini, avrebbe preferito altri tipi d'iniziative. Quanto meno, spiega, avrebbe desiderato essere avvertito.
"Abbiamo saputo tutto dal telegiornale", continua Walter, "il preside non ci aveva interpellato. Insomma, voglio dire: siamo noi la vera utenza della scuola, avremmo voluto sapere cosa succede nel nostro istituto". Se fossero stati interpellati preventivamente, gli studenti del liceo Salvemini avrebbero preparato degli interventi: "Innanzitutto avremmo spiegato ad alunni e genitori che, all'interno della maggior parte degli istituti, lo statuto degli studenti non è rispettato".
Insomma, secondo Walter, prima ancora di programmi, sperimentazioni e laboratori, è il caso di responsabilizzare famiglie e ragazzi sui diritti degli studenti: "La trasparenza, innanzitutto", prosegue Walter, "trasparenza sulle votazioni e nelle comunicazioni, abbiamo il diritto di sapere qualsiasi cosa riguardi gli istituti nei quali studiamo: dobbiamo essere informati sulla vita delle nostre scuole".
Più spazio agli incontri tra studenti e istituzioni, tra alunni e genitori, anche questo dovrebbe offrire la scuola: "Altrimenti si discute solo di prodotti da vendere, e questo non ha alcun senso. I progetti presentati, ormai, sono tanti ma, e su questo bisognerebbe puntare la nostra attenzione, la qualità di una scuola si vede dalle menti che escono alla fine del percorso di studi. Più che ai progetti, allora, propongo ai genitori di badare alle modalità di studio: creare gruppi di lavoro, che analizzino e approfondiscano temi legati all'attualità, alle riforme per esempio. Tutto questo non può avvenire soltanto in seguito alle occupazioni, dovrebbe accadere sempre".
(a. m.)


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