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Repubblica-Bari-Ma la Moratti li ha umiliati"

L'INTERVISTA La preside del "Preziosissimo sangue" difende i professori della categoria e critica la riforma "Ma la Moratti li ha umiliati" Dal ministero un'operazione ...

10/09/2004
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la Repubblica

L'INTERVISTA
La preside del "Preziosissimo sangue" difende i professori della categoria e critica la riforma
"Ma la Moratti li ha umiliati"
Dal ministero un'operazione propagandistica per mettere sul settore un marchio politico
DAVIDE CARLUCCI


"Hanno messo sotto torchio gente che insegna da decenni. Un'ingiusta umiliazione". Se sul caso del concorso-farsa dei prof di religione il vescovo di Bari, Francesco Cacucci, preferisce osservare il silenzio, un'esponente di punta del mondo cattolico barese come Rosina Basso Lobello, preside del liceo Preziosissimo sangue, non riesce a tacere la propria indignazione: "È stata un'operazione propagandistica per mettere, su un settore dell'insegnamento così importante, il marchio non tanto dello Stato quanto di una gestione politica della scuola".
Ai professori non si chiede né la laurea in Teologia né la conoscenza della religione cattolica. In compenso, devono imparare a memoria la riforma Moratti. Sono nominati dal Vescovo ma se questi non li considera più idonei non possono essere licenziati?
"È un'anomalia, non c'è dubbio. Un'ibridazione giuridica che per la verità ha radici antiche: il professore di religione è sempre stato una figura a cavallo di due ordinamenti, quello pubblico e quello canonico. Ma quel che non si coglie, ora, è la specificità di questo tipo di insegnamento".
Ovvero?
"Mi riferisco all'apporto che il professore di religione ha sempre dato alla costituzione di personalità civili e democratiche. I sacerdoti sono spesso un punto di riferimento molto forte all'interno dei consigli di classe. Ho conosciuto colleghi come Franco Cacucci, Antonio Ruccia, Mario D'Alesio, Angelo Romita, con un'autorità morale tale da mettere in crisi i consigli nei loro giudizi: spesso noi professori rischiavamo di dare valutazioni settoriali, nozionistiche, loro, invece, ci insegnavano a considerare l'unità della persona, la loro crescita complessiva. Per non parlare della loro apertura mentale: alcuni miei colleghi insegnanti di religione stanno preparando progetti educativi sulle religioni nel Mediterraneo dimostrando una preparazione fuori dalla norma anche su temi come la produzione cinematografica, artistica o letteraria".
Del resto ora potranno insegnare anche altre materie, se abilitati, senza passare attraverso un concorso.
"Anche questa rischia di essere un'anomalia. Gente che ha vinto il concorso potrebbe avere da lamentarsi".
Qual è, insomma, la filosofia che ispira l'istituzione del concorso?
"È come se il governo volesse dire: "Sono io che vi do la possibilità di lavorare, dovete passare dalle forche caudine di un concorso pro-forma. I poveri candidati, però, hanno sofferto sul serio, non sono andati a tentare l'avventura: hanno frequentato corsi organizzati dalle associazioni di categoria e dai sindacati, hanno dovuto comprare dei libri di testo realizzati ad hoc? Un ministro come la Moratti, che ha cancellato la denominazione "pubblico" dal suo ministero, poi sottoponge a concorso i docenti nominati dal Vescovo: un ossimoro".
Non ritiene però che in un momento in cui si avverte la necessità di un dialogo tra le religioni, la figura del professore di religione andrebbe in qualche modo riformata?
"I docenti di religione sono già i primi educatori all'intercultura. Non hanno i titoli per insegnare storia delle religioni e non è quello il loro compito. Ma trasferendo nei ragazzi il senso della trascendenza, li educano a quella che don Tonino Bello chiamava la convivialità delle differenze. Spesso i ragazzi chiedono loro di parlare di ebraismo o di Islam: loro si documentano e lo fanno. Del resto, in un istituto come il Preziosissimo sangue si insegna l'arabo e da quattro anni si organizzano i "venerdì di pace". No, i tempi del fondamentalismo cattolico sono lontani. I prof di religione si aggiornano in continuazione e sono all'altezza delle sfide dei tempi".


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