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Le fabbriche dei superbravi Maturità in anticipo, sospetti sul record degli istituti privati Gli studenti di quarta con la media dell'otto possono chiedere di sostenere l'esame La percentu...
Le fabbriche dei superbravi
Maturità in anticipo, sospetti sul record degli istituti privati
Gli studenti di quarta con la media dell'otto possono chiedere di sostenere l'esame
La percentuale è molto più alta rispetto a quelli pubblici
Milici della Cgil "Il governo ha sostenuto così i soliti noti"
ANNA GRITTANI
La genialità pugliese si nasconde tra le mura degli istituti superiori paritari, cioè nelle scuole a pagamento parificate a quelle pubbliche. Non potrebbe essere altrimenti, visto che ben 180 studenti che stanno ultimando il quarto anno in questi istituti si tufferanno con un anno di anticipo nell'impresa della maturità. Costituiscono il 70 per cento del totale degli anticipatari e sono seguiti dai colleghi delle scuole private legalmente riconosciute, dove la percentuale è del 17 per cento. Il fanalino di coda è la scuola pubblica, che si accaparra la fetta più piccola dei superbravi: il 13 per cento. Oggi la prova si chiama "esame di Stato", perché così vuole la riforma Moratti. Gli addetti ai lavori ci perdoneranno se di tanto in tanto salta fuori la parola "maturità". Ma trattandosi di ragazzi più giovani, scolasticamente parlando, il sostantivo (e anche la sua soppressione) aiuta a riflettere.
La riflessione parte dall'ultimo numero, in apparenza irrilevante, di una tabella articolata sugli esami di Stato fornita dalla Direzione scolastica regionale. Il numero è 258 e costituisce il totale dei candidati ammessi per merito o obbligo di leva. Per la maggior parte sono baresi (79): seguono i tarantini (67), i foggiani (58), i leccesi (40). Gli ultimi sono i brindisini con 14 studenti intenzionati ad anticipare i tempi. Ma perché questo anticipo e come è possibile? Si anticipa per due motivi: il primo è un notevole profitto a scuola. Bisogna essere talmente bravi da riportare una votazione di 8/10 in ogni materia allo scrutinio finale. Vuol dire che questi ragazzi saranno promossi in quarto superiore, cioè quest'anno, con la votazione di otto: non di media, ma in ciascuna materia. Il secondo motivo è la scadenza dei termini per il servizio di leva. Se si può dimostrare l'imminente partenza, è possibile sostenere gli esami con un anno di anticipo. Ma anche in questo caso c'è una condizione: non l'otto in tutte le materie, ma la promozione a giugno senza debiti formativi (eredi della vecchia rimandatura). Basta dunque la sufficienza in tutte le materie.
Detti i motivi, resta da spiegare che cosa rende possibile tutto ciò. È un decreto del 23 luglio del 1998 che costituisce il regolamento di attuazione della legge del '97 sugli esami di maturità. Questa norma individua le due categorie e stabilisce le condizioni. In realtà, però, la possibilità di anticipare la maturità esiste almeno dal 1925. Ma il regio decreto di allora allargava la possibilità a una terza categoria, quella degli studenti che avevano perso un anno per una bocciatura e che, quindi, erano da cinque anni nelle scuole superiori, pur avendo raggiunto soltanto la quarta classe. E allora: questi 258 candidati - 224 dei quali (l'87 per cento) nelle scuole private - in quanti anni hanno raggiunto il diploma? E poi c'è la questione della domanda d'ammissione. Il regolamento è chiarissimo: i candidati all'anticipazione devono presentare domanda entro il 31 gennaio (nel nostro caso del 2003). Vuol dire che, prima ancora di avere la pagella del primo quadrimestre, gli studenti già supponevano di poter essere promossi con la piena sufficienza in tutte le materie, nel caso dell'obbligo di leva. E addirittura con l'otto matematico per la categoria degli ammessi per merito.
Il livello dell'autostima è inversamente proporzionale a quello delle scuole pubbliche, che costituiscono poi la stragrande maggioranza: le classi di quinta negli istituti statali sono 1.780, nelle paritarie 93 e nelle legalmente riconosciute 22. Eppure gli anticipatari degli istituti dello Stato sono appena 34 in tutta la Puglia. È vero anche che le paritarie stanno aumentando di anno in anno e per di più, proprio in virtù della parità, l'esame è identico a quello delle scuole pubbliche, cioè si svolge con la commissione tutta interna. Quell'87 per cento fa pensare e riflettere, però, sul futuro della scuola e sul valore del titolo di studio. Un tema sul quale Gianni Milici, segretario regionale della Cgil scuola, non ha dubbi: "Il guasto è dovuto alle modifiche sugli esami di maturità introdotte dalla Finanziaria, che ha stabilito la presenza di commissari tutti interni. Siccome alla prova dei fatti lo Stato non ha ottenuto risparmi, ma ci ha rimesso, è evidente che lo scopo era realizzare un beneficio per le scuole private". Un colpo duro per la scuola, ma soprattutto per quei ragazzi che vogliono giocare d'anticipo, forse senza averne la maturità, anche se la prova finale oggi si chiama soltanto "esame di Stato".