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Repubblica-Bari-La scuola della Moratti non è un Rinascimento

Pagina XII - Bari L'ANALISI La scuola della Moratti non è un Rinascimento Il ministro ha imposto una riforma che sta mettendo in crisi il sistema dell'istruzione pubbl...

09/09/2004
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la Repubblica

Pagina XII - Bari
L'ANALISI
La scuola della Moratti non è un Rinascimento
Il ministro ha imposto una riforma che sta mettendo in crisi il sistema dell'istruzione pubblica in Italia Contro il nuovo corso è necessario elaborare un progetto alternativo
ALBA SASSO


Il ministro Moratti apre l'anno scolastico come fosse in un consiglio d'amministrazione. Elenca dati, cifre, dividendi. E lancia il suo slogan felice: un nuovo Rinascimento. "Alla scuola va il bambino e nei campi il contadino" canticchiavano le nonne. Ma neanche la stagionale e incontestabile regolarità dei tempi della scuola può nascondere la realtà di un disagio profondo. Alcune criticità, le definisce Moratti. Sì certo, si riaprono i battenti. Ma non va tutto bene e se la scuola non precipita in una crisi di nervi, come scrive sul la Repubblica di Bari Anna Grittani, lo si deve solo all'enorme senso di responsabilità dei suoi operatori.
Non è un nuovo Rinascimento se si minacciano sanzioni contro quei dirigenti scolastici che non nomineranno i tutor. Se la scuola vive con disagio, con conflitto o con disinteresse l'avvio di una riforma non condivisa, non partecipata, che mette in discussione l'autonomia didattica e il dettato costituzionale. Che sono anch'esse leggi della Repubblica. Non è un nuovo Rinascimento se gli effetti delle ultime finanziarie riducono risorse, tagliano sul numero degli insegnanti, se la gestione dissennata del reclutamento (neanche una parola ministro per quelle migliaia di insegnanti che quest'estate a Bari, come in tante altre città, hanno patito il caos delle graduatorie) rimette in discussione diritti acquisiti e crea nuove ingiustizie.
E invece il ministro si attribuisce il merito di aver ridotto il precariato. Non dice che l'immissione in ruolo di 60.000 docenti nel 2001 era stata già decisa dai precedenti governi, di centrosinistra, e che le immissioni in ruolo di quest'anno sono solo 15.000 a fronte di centomila posti vacanti. E non dice che la percentuale dei precari è in aumento continuo rispetto al numero degli occupati (docenti e non docenti).
Dov'è il nuovo Rinascimento se l'incertezza sui destini della secondaria superiore fa aumentare a dismisura le iscrizioni ai licei che aprono, certo, ma senza sapere in quali aule faranno lezione, come nel caso dello Scacchi? E dov'è il nuovo Rinascimento se si taglia sugli insegnanti di sostegno, sui mediatori culturali per i bambini immigrati, insomma su tutte quelle esperienze che rendono la scuola più capace di rispondere alle sfide difficili dell'oggi? Il ministro dice di aver ridotto la dispersione scolastica. Certo, se ridurre la dispersione vuol dire occultarla riducendo l'obbligo scolastico e lasciando agire indisturbati i diplomifici.
No, non ci convince una proposta che ignora la scuola reale e perciò in tanti, partiti, sindacati, popolo della scuola, abbiamo deciso di avviare una discussione su un diverso progetto di scuola che garantisca il diritto di tutti a un'istruzione pubblica e di qualità. Cominciamo così il nuovo anno scolastico. L'appuntamento è per lunedì 13 a Bari all'Hotel Excelsior alle ore 17.
deputato dei Ds


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