Repubblica-BAri-La Moratti taglia 385 bidelli
Allarme in Puglia. Ma il direttore regionale Fiori minimizza: numerosi i contratti con lavoratori socialmente utili La Moratti taglia 385 bidelli I sindacati: discriminato il Sud perché...
Allarme in Puglia. Ma il direttore regionale Fiori minimizza: numerosi i contratti con lavoratori socialmente utili
La Moratti taglia 385 bidelli
I sindacati: discriminato il Sud perché ha pochi servizi di qualità
In Friuli eliminati 40 posti mentre l'Emilia ne avrà 55 in più
ANNA GRITTANI
Addio a 385 bidelli. La legge finanziaria li ha falciati per il terzo anno di seguito, lasciando le scuole praticamente esanimi. Mentre i dirigenti si chiedono se sarà possibile aprire gli istituti nell'anno che verrà e i sindacati si preparano a dare battaglia, alla Puglia non resta che leccarsi le ferite del suo personale disastro.
È tutto scritto sulla circolare ministeriale. L'operazione di riduzione ai danni dei collaboratori scolastici, in tre anni, è pari a 1649 posti in meno. Così la Puglia è terza in una classifica italiana dove la precedono Campania e Lazio e la segue la Sicilia. Una hit-parade nella quale non può non spiccare il Friuli Venezia Giulia con i suoi soli 40 bidelli in meno. La finanziaria del 2002 stabiliva una riduzione italiana di ben 9600 posti in un triennio. All'ultimo anno delle operazioni, il dato è di una chiarezza sconcertante: hanno patito come non mai le regioni del Sud. L'esempio è la classifica di quest'anno, nella quale la Puglia, con i suoi 385 collaboratori in meno, guadagna il quarto posto, dopo la Sicilia (privata di 545 bidelli), la Campania e la Calabria. Vale la pena insistere sull'hit-parade del taglio, almeno per evidenziare che l'Emilia Romagna, in controtendenza, anziché perdere, guadagna posti (55), come il Veneto e il Friuli.
I numeri non possono aggiungere altro. Restano le spiegazioni a tentare di chiarire meccanismi oscuri. Quella di Giuseppe Fiori, il direttore dell'Ufficio scolastico regionale della Puglia, potrebbe dissipare ogni dubbio. "In Italia dice le regioni penalizzate sono quelle che hanno tanti contratti d'appalto e parecchi lavoratori socialmente utili, che sostituiscono il lavoro dei collaboratori. È appunto il caso della Puglia". Gli interrogativi sorgono più forti che mai se invece a parlare è Gianni Milici che guida la Flc-Cgil regionale. "Noi paghiamo per una situazione di debolezza complessiva perché l'amministrazione non si è mai impegnata seriamente per la qualità: mancano il tempo pieno, il sostegno didattico per l'inserimento degli alunni stranieri, l'educazione degli adulti. Tutto questo comporta un numero inferiore di operatori rispetto al Nord, dove la scuola fornisce da anni questi servizi".
Lunedì mattina i confederali saranno a Roma per un sit-in davanti al Miur. Partiranno numerosi anche dalla Puglia. Per mercoledì, invece, sono convocati dalla direzione scolastica regionale proprio per la questione dei tagli. "Un'operazione dice Fiori - ancora tutta da costruire". Restano le scuole, dove è già crisi a cominciare dai quartieri baresi di Japigia, San Paolo, Madonnella, così come a Terlizzi, Trani, Castellana, Adelfia. "Se prima la regione era in ginocchio, adesso è a terra. È a rischio l'inizio dell'anno scolastico" commenta Attilio D'Ercole, riconfermato a capo della Cisl scuola della Puglia. Sdegno anche dalla Uil: Andrea Misceo, segretario provinciale del comparto scuola, non ha dubbi. "Senza bidelli - spiega - i dirigenti non riusciranno più ad assicurare la vigilanza e la sicurezza degli alunni". Le segreterie baresi dei confederali e dello Snals sono già in moto da giorni. Adesso puntano a coinvolgere il prefetto e i sindaci.