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Repubblica-BAri-La Moratti in Puglia una riforma rovinosa

Pagina XVI - Bari L'ANALISI La Moratti in Puglia una riforma rovinosa La riforma della scuola italiana nasce da un malessere diffuso e avrà effetti devastanti soprattutto ...

06/12/2005
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la Repubblica

Pagina XVI - Bari
L'ANALISI
La Moratti in Puglia una riforma rovinosa
La riforma della scuola italiana nasce da un malessere diffuso e avrà effetti devastanti soprattutto nel nostro Sud
GIORGIO CRESCENZA


È la scuola che "mette al mondo il mondo", ed è sempre in primis la scuola a praticare educazione e comunicazione da sempre. È la scuola ad occuparsi degli esseri umani, nuovi e meno nuovi, che si occupa della convivenza, della cura di oggetti e di persone, che per prima insegna attraverso "lingue madri" quella che si definisce socializzazione, tanto da averne il peso del monopolio in termini di responsabilità rispetto alla sicurezza, al benessere, e pure alla felicità delle persone. Benché però tale monopolio significhi una enorme massa di lavoro con dispendio di energie, con linee guida diverse a ogni cambio di maggioranza, gli insegnanti continuano a non essere ripagati in termini di riconoscimento di valore sociale.
È come se in qualche modo la ministra Moratti stesse dicendo che l'affidamento sociale, non serva più a causa della incapacità apparente dei docenti di coniugare la quantità con la qualità in tempi brevi. Una riforma, quella della Moratti, anche esasperata se volete, di misura e di valore. Una riforma di "scambi" in un clima sociale e politico che ha sempre considerato il mondo della pedagogia e della didattica, ed oggi più che mai gli operatori e gli studiosi del settore, poco significanti, talvolta pure individualisti ed opportunisti. La scuola, che nel nostro Paese è stata anche anticipatrice e modello rispetto alle altre Istituzioni.
Ma credo che i primi a non aver guardato la portata etica dell'impegno a scuola siano stati proprio gli insegnanti; a non guardarlo criticamente intendo, a non renderlo dialettico. Eppure sono coloro i quali, anche per mandato statutario la parola sanno mediarla al punto da saperla accantonare per lasciarla ai piccoli in crescita; con il loro compito e la loro azione sanno rendersi invisibili per rendere visibili i più piccoli. Quale più alto compito! La mia preoccupazione è che i provvedimenti della Moratti facciano tabula rasa della creatività, dell'innovazione e dell'autonomia della scuola italiana.
La politica del governo di centrodestra sulla scuola è di parte, sulla base di una ideologia frammista di liberismo e di centralismo liberale che contraddistingue tutta l'azione di questo governo e che sta causando il declino economico, sociale e culturale del Paese e che sta perdendo consensi, anche se troppo tardi, non solo nella scuola, come ha dimostrato l'adesione allo sciopero generale di venerdì. Questa crisi di consenso dobbiamo allargarla e approfondirla. Siamo di fronte a una idea di scuola, che abbassa l'obbligo scolastico, privatizza l'apprendimento, ha meno soldi, meno insegnanti, meno ore, che punta dove neanche Gentile aveva osato tanto: alla formazione morale e spirituale dell'individuo. A noi non piace questa scuola! Noi vogliamo una scuola laica e pluralista, che punti ad una educazione democratica, plurialfabetica ed interculturale delle giovani generazioni.
Un'esigenza che è tanto più viva qui in Puglia e nel Mezzogiorno, dove gli scenari prefigurati dalla riforma Moratti avranno certamente conseguenze più devastanti. Il rischio, infatti, è che il depapeuramento delle risorse ponga in discussione il ruolo educativo dell'istituzione che in questa Puglia, dalla Capitanata al Salento, rappresenta un elemento di compensazione socioculturale nonché un imprescindibile strumento e presidio territoriale per la diffusione e la tutela di una barcollante cultura della legalità.
L'autore è responsabile regionale Scuola della Sinistra Giovanile


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