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Repubblica-BAri-L'assurda legge dei numeri così i tagli uccidono la didattica

L'assurda legge dei numeri così i tagli uccidono la didattica Le superiori devono trasmettere i dati sulla formazione delle classi che non devono avere più di 30 e meno di 25 alunn...

20/03/2004
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la Repubblica

L'assurda legge dei numeri così i tagli uccidono la didattica
Le superiori devono trasmettere i dati sulla formazione delle classi che non devono avere più di 30 e meno di 25 alunni ma così va a farsi friggere la qualità dell'insegnamento
ANTONIO GUIDA


Le scadenze incombono implacabili. Temi di non fare in tempo e di lasciarti prendere dall'ansia, ma è un lusso che non puoi permetterti, tanto meno puoi farti degli scrupoli. E chissenefrega se si tratta del futuro di migliaia di ragazzi e di centinaia di docenti. Sto parlando dei dati che proprio in questi giorni le scuole superiori devono trasmettere sulla formazione delle classi e sugli organici dei docenti per il prossimo anno scolastico.
L'ordine è perentorio e anche i funzionari dell'ex provveditorato sono costretti a rispettare la tabella di marcia. Le classi devono avere fino a 30 alunni e non meno di 25 e, con questi numeri, va a farsi friggere ogni bel discorso sulla qualità e sull'insegnamento personalizzato. Chi ha difficoltà non potrà essere seguito e sarà prontamente "scaricato" sul canale della formazione professionale. Chi vale non potrà migliorarsi e dovrà segnare il passo. Per tutti i docenti, poi, 18 ore di lezione e ci sarebbe poco da obiettare. Ma, per come sono strutturati i piani di studio, una applicazione automatica della norma comporta come conseguenza che gli alunni dovranno cambiare ogni anno i professori e, in caso di loro assenza, non è detto che ci sia qualcuno a sostituirli. Gli alunni devono aspettarsi anche, paradossalmente, un aumento dei docenti per classe, però con una presenza ridotta al lumicino. Insomma, tantissimi docenti con 2-3 ore per classe, senza alcuna logica didattica ma in base alla sola considerazione che 2 e 3 sono sottomultipli di 18.
Per molti docenti, inoltre, l'orario va completato correndo da una scuola all'altra e da una città all'altra. Per non parlare di quelli che perderanno la sede di lavoro e dovranno trasferirsi. Per dare l'idea dell'entità del fenomeno, basti pensare che il Giulio Cesare di Bari, nonostante un notevole incremento delle iscrizioni e con 5 classi in più nel prossimo anno, non aumenta gli organici e, addirittura, potrebbe esserci una riduzione dei docenti in servizio. Si può immaginare, allora, la situazione degli istituti in contrazione: la bozza di decreto prevede tagli di 245 posti per i soli docenti della secondaria pugliese.
Un'ultima considerazione riguarda il boom delle iscrizioni ai licei pugliesi. Forse la crisi di valori spinge ormai alla riscoperta dei classici, come si diceva una volta per spiegare la fine del Medioevo e l'avvio dell'Umanesimo? Non ci sarà poi un pizzico di arrivismo e qualche sussulto di provincialismo? Sarebbe interessante avviare una franca discussione in proposito e la Cgil di Bari ha organizzato un convegno dal titolo significativo "Andremo tutti al liceo?". Senza però dimenticare che la capacità innovativa dimostrata in questi anni dagli istituti professionali paga lo scotto di un pesante taglio dei fondi. Si fugge per non correre il rischio, così come adombrato dalla legge Moratti, di essere risucchiati da una formazione regionale considerata inefficace.
Dirigente scolastico Itc Giulio Cesare Bari


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