Repubblica-Bari-Io, cacciato per quel falso diploma
allarga il caso dei truffatori che sfruttando il nome del centro barese Ciferp hanno rilasciato attestati in tutta Italia "Io, cacciato per quel falso diploma" Il racconto di un docente "abilitato...
allarga il caso dei truffatori che sfruttando il nome del centro barese Ciferp hanno rilasciato attestati in tutta Italia
"Io, cacciato per quel falso diploma"
Il racconto di un docente "abilitato" dall'istituto fantasma
DAVIDE CARLUCCI
Sergio, trentatré anni, è uno dei professori licenziati per aver esibito un diploma come insegnante di sostegno rilasciato dal "Ciferp di Bari": una clonazione, a quanto pare, di quello reale, che ha sede in via Meucci e organizza corsi di "psicomotricità". Altri corsi, probabilmente, venivano organizzato da un altro Ciferp inesistente. "Anch'io li ho frequentati, quei corsi - assicura Sergio - ma non posso parlare, c'è un'indagine in corso. Posso solo dire che mi sono costituito parte civile. Perché anch'io sono parte lesa, vittima di un raggiro. A differenza di altri che, a quanto ho appreso, hanno solo preso il titolo senza fare neanche una lezione".
Il pasticciaccio dei falsi diplomi come insegnanti di sostegno, ormai, è un caso nazionale. Oltre alla Procura della Repubblica di Bari, anche quella di Modena, ha aperto un'inchiesta: dalla città emiliana, infatti, è partita la segnalazione di un direttore, Eugenio Sponzilli, che sosteneva di aver scoperto che molti suoi docenti di sostegno originari della Puglia e della Campania avevano esibito titoli palesemente falsi. "L'ho fatto - spiega - perché sono meridionale, di origini campane, e ho voluto difendere il buon nome di una università prestigiosa del Sud come quella di Bari". L'Ateneo barese è stato conseguente. "Abbiamo presentato già due denunce alla Procura - spiega Nicola Prudente, avvocato difensore dell'Università - Una a dicembre e l'altra a marzo. Ai magistrati abbiamo trasmesso tutte le segnalazioni e le lettere che ci hanno inviato i presidi che, da ogni parte d'Italia, ci chiedevano spiegazioni". In particolare, era a Giovanni Massaro, preside della Facoltà di Scienze dell'educazione, che è arrivata la maggior parte delle richieste di chiarimento: la sua firma è stata persino falsificata e c'è stato chi ha chiamato dicendo di essere un suo assistente per rassicurare i presidi e i direttori scolastici sospettosi.
A certificare la validità dei titoli di studio patacca era un certo professor Alberto D'Alessandro, indicato, nelle pergamene, come il responsabile del Ciferp. È soprattutto al Nord che sono stati smerciati i titoli fasulli: solo nella provincia di Modena sono sei le scuole dove sono stati trovati professori in possesso del diploma. In Puglia le verifiche sono in corso: in molte scuole sono già state inviate delle lettere per chiedere la verifica del titolo. "Ho avuto sentore della cosa - spiega il provveditore agli Studi Giuseppe Fiori - e ho dato incarico di approfondire". Fedele Cardinale, responsabile dell'ufficio integrazione handicappati del provveditorato degli Studi a Taranto, spiega che "gli accertamenti li stiamo facendo. Ma finora in nessuna scuola pugliese sembra essere arrivata la segnalazione di alcun caso preciso di insegnante con titoli falsi da licenziare. Eppure, almeno quaranta persone che hanno preso questo titolo, secondo i miei calcoli, in Puglia devono esserci. Né si tratta dell'unico caso di certificati falsi: ci risulta che anche ad Agrigento e in Campania operino organizzazioni simili".
Per Rosanna Valerio, responsabile del comitato insegnanti di sostegno, "il fenomeno è stato preso "sotto gamba" dal Provveditorato. Ci sono troppe cose, inoltre, da chiarire: è molto strano che questa storia spunti solo adesso visto che questi corsi, della durata biennale, sono stati organizzati due anni fa. C'è qualcosa che non torna. E a farne le spese rischiano di essere i tanti insegnanti di sostegno disoccupati". C'è anche chi sostiene che i truffatori riescano ad aver gioco facile proprio a causa dell'incertezza normativa: non c'è un corso universitario che dia il titolo di abilitazione per il sostegno ai docenti della scuola materna ed elementare. Sta di fatto che adesso, in tutte le scuole, è caccia al diploma-patacca. "Anch'io - spiega ad esempio la professoressa Angela Dispoto, di Bisceglie - ho ricevuto la circolare con la quale si avvisava la segreteria che un dirigente scolastico di una scuola aveva individuato la non validità del titolo e avvisava per mezzo degli altri del Csa tutte le scuole perché verificassero i titoli. Nella mia scuola, però, non c'è nessun caso del genere".