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Repubblica-Bari-Intervista a Enrico Panini

INTERVISTA Si parte il 18 ma per Enrico Panini il quadro è sconfortante: "ministro pressapochista" "In Puglia scuole pericolanti e la Moratti pensa al bonus" Parla il segretario ...

06/09/2003
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la Repubblica

INTERVISTA
Si parte il 18 ma per Enrico Panini il quadro è sconfortante: "ministro pressapochista"
"In Puglia scuole pericolanti e la Moratti pensa al bonus"
Parla il segretario nazionale Cgil scuola
"Le detrazioni fiscali bisognerebbe farle per i prezzi alti dei libri: quanto ai test, i presidi che dicono no hanno perfettamente ragione"
ANNA GRITTANI


Fra sperimentazione e confusione, il 18 si ricomincia. Alla fine viene un dubbio: non è che il più confuso sia proprio il ministero? E in questa confusione, si può dare un'indicazione alla scuola pugliese? Enrico Panini, segretario generale della Cgil scuola nazionale, riflette sul caso Puglia nel panorama italiano e alla fine un paio di idee ce l'ha. A cominciare da una considerazione: "Quello che comincio a percepire è che il ministero non ama la scuola italiana: è una cosa della quale non vuole interessarsi. Questo atteggiamento alla fine sfocia in comportamenti nei quali il pressappochismo regna sovrano".
Quando è accaduto?
"Quando uscì la circolare che invitava le scuole a sperimentare il maestro prevalente. Bastò il nostro ricorso al Tar per convincere il ministero a fare marcia indietro nel giro di ventiquattr'ore. Questo disorienta le scuole".
I dirigenti scolastici della provincia di Bari si sono rifiutati di sperimentare sia il maestro tutor sia i nuovi programmi, però temono di perdere le risorse.
"Allora si può dare una buona notizia ai direttori preoccupati: il Miur dopo la nostra denuncia sta facendo marcia indietro, tant'è che diversi direttori regionali stanno modificando le loro circolari. Stanno scrivendo che comunque alle scuole elementari spettano le risorse dovute per l'offerta formativa, anche senza sperimentazione".
Vuol dire che ognuno è libero di comportarsi come crede?
"In realtà le scuole che dicono di no al test, rifiutano di fare una cosa illegittima perché l'attuazione della legge Moratti non prevede tra i suoi strumenti il decreto ministeriale".
Anche per questo i collegi dei docenti della Puglia sono in difficoltà.
"La politica sta costringendo la scuola ad una forzatura. Gli insegnanti, però, devono decidere il da farsi in piena autonomia".
In Puglia ci sono quattro sperimentazioni in corso. L'ultima, per i quattordicenni non più in obbligo scolastico, ha dirottato molti fondi.
"Sarei più felice se in Puglia arrivassero risorse per l'edilizia, visto che i tre quarti delle scuole non sono sicure".
Sta provvedendo la Provincia. Dovrà vendere alcuni edifici storici, autentici gioielli, per far fronte all'emergenza.
"Questa è l'esemplificazione tragica del nostro discorso. Dallo Stato arrivano soldi per coprire i buchi della legge Moratti e non arriva neanche una lira per dare alle famiglie scuole sicure. Se a questo si aggiunge il fatto che siamo l'unico paese al mondo che riduce l'obbligo scolastico di un anno, il quadro è sconfortante".
Ha qualche suggerimento?
"La Regione Puglia dovrebbe aprire con il governo un tavolo sull'edilizia scolastica rivendicando risorse per gli enti locali. È forse chiedere troppo? Non mi pare".
La provocazione è lanciata, ma a proposito di risorse cosa dice delle dichiarazioni di ieri del ministro Moratti a Repubblica?. Chiede più fondi per la scuola pubblica "altrimenti non ha senso restare".
"Questo governo non ha intenzione di investire risorse, perché affida lo sviluppo del paese all'economia virtuale per cui a forza di condoni si pensa di far funzionare la macchina dello Stato. Non dimentichiamo che il ministro ad agosto 2001, sottoscrisse una lettera con Tremonti nella quale erano previsti dei tagli tali da far impallidire quelli che poi sono stati attuati. Mi fa piacere che abbia cambiato parere".
Nel frattempo le famiglie dovranno accollarsi la spesa dei libri che è cresciuta a dismisura.
"È vero, i prezzi sono impazziti. Occorre una politica di detrazioni fiscali a sostegno della scuola pubblica italiana".
Invece c'è il bonus per l'iscrizione alle paritarie.
È assurdo e inaccettabile. Anche l'uso dei termini è preoccupante. Il taglio nelle scuole pubbliche si chiama "razionalizzazione della spesa", il bonus alle paritarie, "sostegno al privato". Spesso queste scuole fanno del lucro la loro finalità, perché tanto non c'è alcuna verifica sul lavoro svolto".
In Puglia gli insegnanti delle paritarie guadagnano stipendi irrisori. Si parla addirittura di 8mila lire all'ora.
"Quanto a questo, c'è stato uno scambio esplicito: condizioni di lavoro indecenti in cambio di un punteggio uguale a quello dell'insegnamento nella scuola statale. È stata proprio la prima legge del ministro ad aver raddoppiato il punteggio. Non a caso gli istituti privati seri stanno chiudendo a raffica".
Nelle scuole pubbliche invece si sta puntando sull'offerta formativa. A Bari è quasi diventato difficile scegliere.
"Si sta puntando sui Pof per timore che l'incertezza determini un allontanamento dell'utenza dalla scuola pubblica. Ma c'è anche un'altra ragione. Si sta mettendo in moto una sorta di orgoglio da parte delle scuole che adesso dicono: "Non possiamo essere ridotte in questo stato". E reagiscono arricchendo l'offerta".


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