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Repubblica-Bari-Il giallo romano de trenta punti

A rischio l'inizio delle lezioni Dopo il Tar Lazio, graduatorie da rifare a Foggia e Lecce ANNA GRITTANI ...

23/08/2002
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la Repubblica

A rischio l'inizio delle lezioni
Dopo il Tar Lazio, graduatorie da rifare a Foggia e Lecce
ANNA GRITTANI


Nubi minacciose sull'inizio del nuovo anno scolastico in Puglia. Nelle province di Foggia e Lecce dovranno essere riviste le graduatorie degli insegnanti di medie e superiori dopo la sentenza del Tar del Lazio che, accogliendo il ricorso dei precari storici, ancora una volta si pronuncia sui criteri per l'assegnazione del punteggio agli abilitati della Scuola di specializzazione per insegnanti (Ssis). Bari, Brindisi e Taranto si salvano, per il momento, grazie alla lungimiranza dei rispettivi dirigenti del Csa, cioè gli ex provveditori. Ma non è detto, perché se il ministero dell'Istruzione presenterà appello al Consiglio di Stato come ha annunciato, la partita si riapre, a favore degli uni o degli altri. A sicuro svantaggio, tuttavia, dei ragazzi che si preparano a riprendere le lezioni. In pratica, il Tar Lazio ancora una volta ribadisce che il punteggio da attribuire agli abilitati Ssis è di 30 e non uno di più. Non vanno aggiunti cioè i punti riservati al servizio eventualmente svolto dai "sissini" durante le pause intercorse nei due anni di scuola. L'aveva già detto sempre lo stesso Tribunale a maggio emettendo un'analoga sentenza. Ma poi il ministero, interpretando le volontà del Tar, con la circolare n.69 del 14 giugno di quest'anno, aveva stabilito di valutare comunque il servizio prestato nei mesi in cui non si svolgevano le lezioni della scuola di specializzazione. In pratica è andata così: se la durata legale della Ssis è di 24 mesi ma le lezioni si sono svolte solo per 18, il corsista che ha insegnato ha il diritto di vantare il punteggio del servizio maturato in quei sei mesi nei quali le lezioni della Ssis di fatto non si sono svolte. Questa l'interpretazione del ministero impugnata dai precari, ai quali il Tar ha dato nuovamente ragione. A graduatorie fatte e soprattutto a nomine quasi ultimate.
In Puglia la situazione è particolare perché i nostri Csa (gli ex provveditorati) a differenza di quanto è avvenuto in molte altre città italiane, hanno già assegnato oltre il 90 per cento delle supplenze annuali, un vero e proprio record. A Bari e a Taranto hanno praticamente finito. Riaprire i giochi vorrebbe dire ridiscutere tutto. E veniamo al punto: la differenza nella posizione dei Csa della Puglia è che alcuni, per l'esattezza Bari, Brindisi e Taranto, hanno applicato alla lettera la sentenza emessa dal Tar Lazio a maggio, quindi hanno attribuito ai "sissini" solo 30 punti, gli altri (Foggia e Lecce) hanno preso in considerazione la circolare del ministero arrivata a giugno, ecco perché hanno attribuito agli abilitati della Ssis con un periodo di servizio, fino a 38 punti. Con la nuova sentenza i primi hanno avuto ragione, gli altri dovranno rivedere le graduatorie. Se poi il Consiglio di Stato si pronuncia in favore del ministero, la frittata potrebbe ribaltarsi.
Un caos nel quale una cosa è certa, quella che avevamo chiamato guerra dei poveri, partita proprio dalla Puglia e diffusa a macchia d'olio in tutta Italia, è diventata nell'arco di pochi mesi un conflitto tra mendicanti. Perché terreno del contendere non è neanche l'agognata cattedra ma, almeno per quest'anno, soltanto una supplenza annuale. E se la strappano con i denti i 1100 precari di medie e superiori nominati fino ad oggi in Puglia contro i 580 sissini nominati anche loro.


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