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Repubblica-Bari-"Il disagio? Teniamo aperte le scuole"

Pagina VI - Bari LA NUOVA GIUNTA L'assessore alle Politiche sociali: occorre ripartire dalle emergenze, i deboli sono ancora dimenticati "Il disagio? Teniamo aperte le scuole" ...

14/08/2004
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la Repubblica

Pagina VI - Bari
LA NUOVA GIUNTA
L'assessore alle Politiche sociali: occorre ripartire dalle emergenze, i deboli sono ancora dimenticati
"Il disagio? Teniamo aperte le scuole"
Susi Mazzei: in questa città servono subito i luoghi di aggregazione
La prima esigenza è stata quella di assicurare i pasti alla mensa dei poveri
La questione dell'Arena della Vittoria e l'assistenza agli invalidi
Occorre realizzare una mappa dei bisogni individuare le priorità e verificare i risultati
Nel carcere minorile ci sono numerosi ragazzi di lingua araba: bisogna intervenire
RAFFAELE LORUSSO


Susi Mazzei Spagnolo è tornata a far politica. Stavolta a tempo pieno. Dopo la breve esperienza in consiglio comunale nel '95 come capogruppo dei Ds, cui rinunciò per dedicarsi anima e corpo all'attività di preside della scuola media Verga, una delle realtà più dinamiche di Japigia, è adesso una dei tre assessori diessini della giunta Emiliano. Il sindaco le ha assegnato la delega alle Politiche sociali. Lei si è messa immediatamente al lavoro con la garbata irruenza di sempre.
Professoressa Mazzei Spagnolo, che cosa l'ha spinta a tornare in politica?
"Se devo essere sincera, non me l'aspettavo affatto. Il giorno prima della nomina, una mia docente mi ha detto che il mio nome era finito in una rosa di nomi che i Ds avrebbero sottoposto al sindaco. Poi, mi ha telefonato Antonio Ciuffreda: io ho detto di essere disponibile, ma a patto di non creare spaccature nel partito. Non potevo dire di no a Michele Emiliano. Certo, vista la mia esperienza di preside, credevo di finire alla Pubblica istruzione. Invece, ho appreso dai giornali di essere finita alle Politiche sociali. Va benissimo lo stesso".
Non appena arrivata a Palazzo di Città ha fatto scoppiare il caso dell'ufficio invalidi civili. Perché ha iniziato proprio da lì?
"Devo confessare che la scoperta è stata assolutamente casuale. La prima cosa che ho fatto è stata la visita dell'assessorato. Quando mi hanno riferito che c'era anche una sede distaccata nell'arena "della Vittoria", ho chiesto di poterla vedere. Ci sono andata e ci sono rimasta malissimo, tant'è che il giorno dopo ci sono tornata con il sindaco. Non abbiamo alternative: o si ristruttura o si cambia sede".
L'assessore alle Politiche sociali è sempre in prima linea. Ha già affrontato qualche emergenza?
"Ho cominciato a conoscere i problemi. Qualche giorno dopo essermi insediata, la mensa della Caritas ha chiuso perché i volontari sono andati in ferie e noi abbiamo dovuto assicurare un pasto caldo a quaranta persone senza fissa dimora. Fortunamente abbiamo risolto il problema con la cooperativa Gea, utilizzando la convenzione già esistente. Però, mi chiedo: perché dev'essere soltanto la Chiesa ad assicurare questi servizi? Non è possibile che ci sia la Caritas e non ci siamo noi. È una questione che affronteremo molto presto".
Ha già preso cognizione delle altre emergenze sociali?
"Posso dire che le scuole lavorano molto bene. Nel mio istituto ho sempre avuto il sostegno del Comune. Credo, però, che si debba fare di più per i portatori di handicap. Sul piano dell'assistenza domiciliare siamo lontani anni luce dalle realtà europee più evolute. Le persone sfortunate sono uguali alle altre. Dobbiamo sforzarci per inserirle nella società e nel mondo del lavoro".
Fra i suoi compiti rientra anche la prevenzione della devianza minorile, che a Bari, come in molte altre città del Sud, è un fenomeno ancora molto diffuso. Ha già un'idea su come intervenire?
"Ci sono già numerosi progetti per Japigia, San Paolo e Bari vecchia. Sul piano dell'assistenza, la figura dell'home maker è sicuramente molto valida. Ci sono però ancora grosse carenze che riguardano, per esempio, l'aiuto ai bambini con disturbi mentali. Ai ragazzi bisogna offrire valide alternative da subito, non bisogna aspettare che compiano i quattordici anni. Dobbiamo inventarci luoghi di aggregazione. Penso, per esempio, alla possibilità di tenere aperte le scuole nel pomeriggio. C'è molto da lavorare. Credo molto nella voglia di fare di Michele Emiliano: sui problemi il sindaco è una specie di ariete".
Dovrete lavorare in rete.
"Indubbiamente è così. Il prefetto ha promosso un lavoro con le parrocchie. Adesso è necessario verificarne i risultati. Dobbiamo essere presenti nelle realtà più difficili, seguendo, assistendo e motivando la gente. Il Comune di Roma ha fatto un progetto per la fornitura dei libri di testo: ho già passato le carte ai dirigenti della ripartizione".
Per i più disagiati è però fondamentale anche l'inserimento nel mondo del lavoro.
"I progetti ci sono già. I primi non sono andati benissimo, ma dobbiamo insistere e lavorare di più con le circoscrizioni".
La sua collega Marida Dentamaro sostiene che le politiche sociali sono uno di quei settori in cui bisogna far partire subito il decentramento. Concorda?
"Assolutamente sì. Sono le circoscrizioni che lavorano sul territorio a stretto contatto con i più bisognosi. Insieme con loro dobbiamo realizzare una mappa dei bisogni, individuare le priorità e verificare i risultati raggiunti. So, per esempio, che alla stazione vivono almeno duecento persone. Nel carcere minorile ci sono numerosi ragazzi di lingua araba. Sono queste situazioni di disagio che dobbiamo conoscere a fondo per poter intervenire".
7.continua


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