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Repubblica-Bari-I prof: No alla sperimentazione. Ma si farà lo stesso

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05/04/2003
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la Repubblica

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Il collegio dei docenti del tecnico industriale per due volte ha detto no alla prova prevista dalla riforma Moratti
Il mistero dell'istituto "Marconi"
I prof: No alla sperimentazione. Ma si farà lo stesso

Le disposizioni sono precise: è necessario il parere favorevole della scuola. Il preside però preferisce non rispondere
ANNA GRITTANI

L'Istituto tecnico industriale "Marconi", sperimenterà la riforma Moratti, anche se il collegio dei docenti per ben due volte ha detto "no". Così 18 ragazzi di prima saranno avviati ad un percorso nel quale si alternano formazione e lavoro, nonostante la maggior parte degli insegnanti non sia d'accordo. Com'è possibile? Le disposizioni che regolano questa materia negano nella maniera più assoluta un'eventualità del genere. Qualsiasi intervento sulla didattica deve avere il parere favorevole del collegio dei docenti. Tant'è che era espressamente richiesto dalla Direzione scolastica regionale e dalla Regione Puglia che hanno avviato le selezioni.
La vicenda del "perché" e del "come mai" è avvolta nel più totale mistero, e il capo d'istituto ingegner Michele Roberti, interpellato da "Repubblica", non ha voluto replicare. Ci sono, però, due certezze: una è che l'Itis "Marconi" compare nell'elenco delle 15 scuole selezionate per sperimentare la riforma Moratti, elenco reso noto dall'assessorato alla Formazione della Regione Puglia, nel quale è specificata anche la qualifica che avranno i ragazzi al termine del triennio, "operatore macchine utensili", e il nome del centro di formazione professionale dove si svolgerà la maggior parte del percorso e che alla fine dei tre anni rilascerà l'attestato: il "Cnos-Fap".
L'altra certezza è che la scuola non compare nell'elenco per errore. Lo conferma il direttore regionale dell'Istruzione Giuseppe Fiori: "Nessuno sbaglio, il "Marconi" farà la sperimentazione. Domani stesso incontrerò il preside". Finite le certezze, il resto è sgomento. Un sentimento che si insinua nella scuola sin dalla prima mattinata, dopo la lettura del nostro quotidiano. I prof telefonano in redazione: "Avete commesso un errore: il nostro istituto non farà la sperimentazione. Il collegio dei docenti ha deliberato in senso negativo". Quando si rendono conto che la fonte è ufficiale, chiedono un incontro, prove alla mano.
La vicenda inizia il 30 gennaio, sei giorni prima dell'uscita ufficiale del bando di concorso per la presentazione dei progetti che avrebbero partecipato alla sperimentazione. È la data in cui al "Marconi" si convoca un collegio dei docenti che prevede, all'ordine del giorno, la proposta di partecipazione al test della Moratti. Si vota per alzata di mano. I docenti bocciano la proposta con 57 voti contrari, 48 favorevoli, 5 astenuti. Come se niente fosse, uscito l'avviso pubblico, viene chiesto al consiglio di istituto di deliberare. È il 19 febbraio e sono presenti in quindici, personale della scuola e genitori, manca completamente la componente studentesca. Tre insegnanti per protesta vanno via. L'incontro si conclude con 11 voti favorevoli e un astenuto. A questo punto i docenti scrivono al direttore regionale dell'istruzione Giuseppe Fiori e all'assessore alla formazione Andrea Silvestri invitandoli a tenere "nel giusto conto la deliberazione del collegio dei docenti, perché convinti che la delibera del consiglio d'istituto sia da considerarsi illegittima" visto che "ai sensi del Dpr 275/99 art.3 comma 3 la sperimentazione e l'elaborazione del Piano dell'Offerta Formativa (P.O.F.) è di competenza del collegio dei docenti". Dopo l'approvazione definitiva della riforma viene nuovamente inserito l'argomento sperimentazione nell'ordine del giorno del collegio di venerdì 28 marzo. Arriva una seconda bocciatura, ancora più netta: 76 i prof contrari, 61 i favorevoli, 14 gli astenuti. Il risultato? Due giorni fa il "Marconi" compare tra le 15 scuole che faranno la sperimentazione. I prof non ci possono credere. Nelle loro parole il clima di altissima tensione che si respira nell'istituto.
"Questa storia ci ha dilaniato" dice Pasquale Conca, prof di laboratorio. E la collega di matematica Maria Chiara Vilella: "In queste condizioni si lavora male". Sgomenti i sindacati: Lena Gissi della Cisl si chiede: "Con che spirito gli insegnanti lavoreranno in questi corsi?". Maurizio Lembo della Cgil: "Siamo al di là di ogni decenza". Le reazioni non si faranno attendere. Sull'altro fronte, quello dei ragazzi, niente. Non sanno nulla della sperimentazione. Nicola Ritella fa parte del consiglio d'istituto: "Se quel giorno fossi stato presente avrei votato a favore. Almeno i ragazzi che sono sul punto di ritirarsi hanno la possibilità di essere introdotti nel mondo del lavoro".


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