Repubblica-Bari-I presidi nell'era dell'autonomia -Il futuro è nella competitività
I COMMENTI Parlano i capi d'istituto: bisogna offrire qualcosa in più degli altri I presidi nell'era dell'autonomia "Il futuro è nella competitività" Una professoressa del Salvemini amme...
I COMMENTI
Parlano i capi d'istituto: bisogna offrire qualcosa in più degli altri
I presidi nell'era dell'autonomia "Il futuro è nella competitività"
Una professoressa del Salvemini ammette "È importante sapersi vendere anche se questo termine non mi garba un granché..."
Al Fermi poco spazio alla sperimentazione "No alle prove sulla pelle dei ragazzi"
Il Socrate sarà attento ai beni culturali "L'Italia è una miniera davvero inesauribile"
ANTONIO MASSARI
La scuola ai tempi dell'autonomia: "Siamo in periferia, dobbiamo cercare di offrire qualcosa in più degli altri istituti". Una riflessione semplice, quella di Saverio Meledandri, preside del liceo scientifico Salvemini, che spiega bene quanto sia cambiata negli ultimi anni la logica della programmazione scolastica. Ottocento alunni e sede periferica, nel quartiere Japigia, il liceo scientifico Salvemini punta sulla sperimentazione e su una miriade di sussidi multimediali: "Il nostro laboratorio linguistico dispone di ben diciotto computer collegati in rete - aggiunge Concetta De Flammineis, docente di matematica - inoltre, per i laboratori di informatica, i nostri alunni hanno a disposizione più di trenta computer".
E non finisce qui, sottolinea la professoressa De Flammineis: ben 1200 videocassette, molte delle quali in lingua originale per imparare meglio, campeggiano nei laboratori audiovisivi. E poi cuffie collegate in rete con gli insegnanti, per avere l'opportunità di lezioni singole.
"È il secondo anno che il Salvemini apre le porte a genitori e alunni per mostrare le proprie strutture e i propri metodi d'insegnamento - continua la professoressa De Flammineis - certo, è importante sapersi 'vendere', anche se usare questo termine non ci piace ma è chiaro che, come dire, dobbiamo saper dare una buona immagine". Precisa e veritiera, naturalmente, perché con la vita scolastica degli studenti non si scherza. "In ogni scuola ci sono delle pecche, è naturale e sarebbe inutile nasconderlo - conclude la professoressa - ma ognuno, naturalmente, è portato a mostrare il lato migliore di sé".
Il rischio, però, è che si perdano di vista le caratteristiche principali, quelle che Alfonso Minichelli, vicepreside del liceo scientifico Fermi, definisce "la scuola di base".
"Bisogna ammettere - dice il vicepreside Minichelli - che, con l'autonomia della scuola e le offerte formative, l'attenzione dei genitori rischia di spostarsi. La scuola, in questo senso, sta davvero cambiando. Il nostro liceo punta comunque alla tradizione, non diamo molto spazio alla sperimentazione. Non mi sembra che il bilinguismo, per esempio, abbia avuto una grande ricaduta sugli alunni. Credo che a livello nazionale la sperimentazione non abbia dato i risultati sperati e, a voler essere sinceri, non mi sembra neppure corretto provare tutto ciò sulla pelle dei nostri alunni".
Tradizionale anche l'offerta formativa del liceo classico Socrate, che riserva un occhio particolare a chi desidera in futuro occuparsi dei beni culturali: "Non occorre sottolineare come l'Italia, sotto questo aspetto, sia una miniera dalla ricchezza inesauribile. Siamo stimolati a preparare la strada chi voglia occuparsi dei beni culturali" spiega la preside Rachele Tateo.
Per il preside del liceo scientifico Scacchi, Michele Stellacci, l'attenzione deve invece restare puntata sulla cultura: "Da anni ormai puntiamo ai progressi culturali del nostro liceo che, per definizione, deve restare una scuola di grande cultura. Abbiamo a disposizione un laboratorio storico: i diciottomila volumi della nostra grande biblioteca che, lo ricordo, è sempre a disposizione di tutti i nostri alunni. Infine, credo che sia necessario e importantissimo potenziare il raccordo con le università: la saldatura con gli studi universitari deve crescere, diventare maggiore di anno in anno".