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Repubblica-Bari-Esultano i dirigenti delle scuole private: sì alla Regione e alla Moratti

Esultano i dirigenti delle scuole private: sì alla Regione e alla Moratti I COMMENTI Gli istituti a pagamento gongolano e ringraziano Nelle scuole private si respira aria di profonda s...

04/04/2002
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la Repubblica

Esultano i dirigenti delle scuole private: sì alla Regione e alla Moratti
I COMMENTI
Gli istituti a pagamento gongolano e ringraziano

Nelle scuole private si respira aria di profonda soddisfazione, non solo per la politica portata avanti dal ministro Moratti, ma anche per la decisione presa dalla giunta regionale di far diventare i 'buoni scuola' una realtà effettiva anche in Puglia. Questi provvedimenti sono visti da molti componenti delle scuole paritarie come la possibilità concreta del rilancio non solo della qualità dell'istruzione, ma dell'intera comunità. "Ritengo che una società veramente moderna e civile dice Giacomo Cecere, dirigente scolastico del "Margherita" debba garantire i diritti di tutti, cioè il diritto di ogni persona a realizzare al meglio le sue potenzialità. Avere la possibilità di ascoltare più voci, non uniformandosi a un unico modello, è un fatto positivo. Alunni formati in diversi modi rendono la società ricca di idee". La possibilità di prevedere insieme all'erogazione delle borse di studio, il rimborso, in tutto o in parte, anche dell'iscrizione delle rette sostenute dalle famiglie che decidono di iscrivere i propri figli nelle scuole paritarie, è una scelta che crea due movimenti di opinione totalmente contrapposti: c'è chi vede le premesse per lo smantellamento della scuola pubblica a favore dei privati e chi invece lo strumento per consentire a ognuno di fare una scelta libera rispetto all'istruzione che desidera.
"Il buono scuola spiega Giacomo Cecere è uno strumento che viene offerto per potenziare il confronto e per garantire a tutti un'effettiva libertà di scelta. E' un sistema che risponde a un principio di democrazia e salvaguardia delle scelte del singolo. Vorrei sottolineare che questo principio è stato delineato già nella passata legislazione e adesso non si sta facendo altro che continuare a lavorare su quell'idea". C'è una risposta anche per coloro che temono che, a seguito di questi provvedimenti, ci possa essere un'involuzione della scuola pubblica: "Non vedo motivazioni serie contro questo beneficio dato a tutti. Elargire un bonus per iscriversi e frequentare una scuola privata non significa togliere nulla a nessuno. Se si mantiene l'istruzione privata accanto a quella pubblica o se si arrivasse addirittura a farle interagire, ci si arricchirebbe reciprocamente e l'intera società ne trarrebbe i vantaggi. Il confronto è alla base di una vera democrazia, in questa prospettiva, aggiunge qualcosa anche a quelli che non frequentano la scuola privata. Uno Stato che toglie non può definirsi civile". Il dirigente del "Margherita" vede nel buono scuola uno strumento che crea solo vantaggi: "Bisogna guardare le cose da una diversa prospettiva: non si dà alla scuola privata, ma al cittadino, mettendolo in condizione di farlo studiare dove desidera. Ostacolare il bonus significa ostacolare la possibilità di essere formati in maniera diversa dall'impostazione della scuola pubblica. Se io non temo la scuola privata lascio liberi tutti di frequentarla. E poi non capisco perché impedire a un genitore che non ha i mezzi di scegliere la forma di educazione che ritiene migliore per i propri figli".
Sulla stessa linea si pone anche un altro dirigente scolastico, Grazia Ciliberti, responsabile delle scuole "SegenMiralta": "Il buono scuola non toglie un diritto, lo afferma. Nel momento in cui dei genitori devono pagare la retta non c'è più un'effettiva libertà di scelta, la retta rappresenta un vero e proprio deterrente. Con questo provvedimento viene data a tutte le famiglie la possibilità di scegliere tra scuole statali e non statali. Oltre alla parità giuridica penso sia necessaria anche una parità di accesso. La decisione della giunta regionale è un primo passo in questa direzione". Grazia Ciliberti sottolinea la volontà di aprire la scuola privata a tutti: "Noi ci teniamo tantissimo all'opportunità di allargare la nostra utenza. Non vogliamo scuole d'elite. Come scuola Segen abbiamo istituito un fondo di solidarietà scolastica, per elargire borse di studio, al fine di andare incontro a quegli alunni con determinati requisiti legati al reddito e alle condizioni familiari". Questa linea politica vede il favore anche dell'Agesc, associazione genitori scuole cattoliche, che approva il lavoro del ministro Moratti, sottolineando come vada nella strada giusta.
(e.lat.)


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