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Repubblica/Bari: Esami di maturità, preside chiede un prestito agli studenti

Da Roma - continua il preside - riceviamo un acconto per retribuire i docenti incaricati di sovrintendere agli esami di Stato. La restante parte nella migliore delle ipotesi arriva a distanza di 6-7 mesi.

07/06/2010
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la Repubblica

BARI - Pagarsi li esami di maturità. È questa la richiesta fatta agli studenti dal consiglio d´istituto del liceo scientifico Majorana di Putignano, in provincia di Bari. La scuola è senza fondi in cassa, tanto da non essere in grado di pagare per intero i compensi che spettano ai commissari di esame. Da qui la richiesta ai ragazzi: «Dateci 145 euro a testa - spiega il preside, Pietro Gonnella - Ma vi promettiamo che restituiremo per intero la cifra, non appena i soldi arriveranno da Roma». Il capo dell´istituto ci tiene a precisare che la sua non è affatto una provocazione. Ma l´unica soluzione possibile per poter permettere ai suoi studenti di affrontare gli esami. «Le casse sono vuote - è lo sfogo - e non riusciamo neppure a pagare i supplenti. Lo Stato ha messo le scuole in ginocchio: ad eccezione di una parentesi felice dello scorso anno, vantiamo crediti per il saldo dei compensi ai commissari dal 2004. Finora abbiamo stornato le somme da altri capitoli, ma questa volta in cassa non c´è neppure un centesimo».
Gli studenti sono sbigottiti dalla proposta del preside. «Ci sembra assurdo - dicono - doverci pagare quello che è un nostro diritto, cioè affrontare l´esame». «Si tratta - risponde però il preside Gonnella - di una proposta relativa a un prestito. La scuola è pronta a risarcire le famiglie non appena da viale Trastevere ci sarà spedito l´assegno». «Da Roma - continua il preside - riceviamo un acconto per retribuire i docenti incaricati di sovrintendere agli esami di Stato. La restante parte nella migliore delle ipotesi arriva a distanza di 6-7 mesi. In caso contrario, facciamo fronte con i risparmi accantonati. Gli insegnanti, costretti a sobbarcarsi i costi delle trasferte, affrontano la missione con l´amaro in bocca. Per questo abbiamo pensato di chiedere un aiuto temporaneo alle famiglie».


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