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Repubblica (BAri)-E il popolo della scuola "Moratti devi andartene"

In piazza non solo insegnanti, ma anche studenti e bidelli E il popolo della scuola "Moratti devi andartene" ANNA GRITTANI È partito il fiume della scuola al suono di "Moratti, Moratti, te...

18/04/2002
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la Repubblica

In piazza non solo insegnanti, ma anche studenti e bidelli
E il popolo della scuola "Moratti devi andartene"

ANNA GRITTANI

È partito il fiume della scuola al suono di "Moratti, Moratti, te ne devi andare. La scuola pubblica non devi toccare". Cammina lenta e inesorabile per chilometri la fetta di corteo con le bandiere Cgil, Cisl e Uil scuola. In via De Rossi si ferma e riprende: "E la Moratti non lo sa che quando passa ride tutta la città. Si crede bella come una polla, ma saltella come una molla". Bandiere, striscioni e cappellini a perdita d'occhio. Nessuno a Bari riesce a ricordare una partecipazione simile da parte della scuola. I primi dati del Csa, l'ex Provveditorato, parlano di un'adesione allo sciopero da parte del 50% dei docenti, del 15% dei dirigenti, del 21% degli Ata. Mai visto nulla di simile. "Quando partecipavano proprio tutti commentano dalla Cgil e dalla Cisl si arrivava massimo al 30 per cento". Mentre si cammina molti passanti cercano la scritta scuola sulle bandiere e si accodano. Un successo faraonico fatto di colore e di rabbia contro il governo che minaccia di togliere i diritti acquisiti. Docenti, bidelli, presidi, segretari, professori universitari, genitori, studenti grandi e piccoli. Tantissimi pensionati della scuola e dell'Ateneo. "È impossibile non scioperare commenta Adele Dentice prof della media "San Nicola" . È la nostra risposta come scuole e lavoratori pubblici". Rossella, una mamma che ha vissuto le battaglie femministe degli anni Settanta, porta in corteo sua figlia e le amichette. Un'altra mamma, Anna Cassatella, sfila con il figlio Alessando di 11 anni. "Vorrei che capisse già a quest'età l'importanza del lavoro e come è importante difendere i valori della democrazia". Si tengono tutti per mano. Lena Gissi della Cisl scuola trasuda contentezza: "Abbiamo recuperato il senso della cittadinanza".
Nel mare di bandiere rosse, si scorge Maurizio Lembo della Cgil Scuola. Siamo ad un punto d'arrivo o si riparte da qui? "Noi speriamo che sia un punto d'arrivo, ma sappiamo che è l'esatto contrario. Ci saranno altri momenti come questi finché non avremo raggiunto l'obiettivo di portare il governo al confronto". Sorride soddisfatto prima di dire: "Però un merito l'hanno avuto: portare in piazza gente che non si vedeva da lustri". Passa uno striscione con una vignetta intitolata "Scuolaazienda", riproduce un bimbo con la cartella che quasi si arrampica ad una macchinetta: "È che non arrivo a timbrare il cartellino" dice. Alle dodici, in piazza Prefettura, Mimmo Pantaleo parla della scuola pubblica. Non può essere sacrificata. L'obbligo scolastico è un diritto per tutti". Betti dopo poco aggiungerà: "L'elemento formativo è alla base del paese che dobbiamo difendere". La folla applaude. Continua ad arrivare gente, appaiono le bandiere verdi della Cisl: "44mila gatti in fila per sei col resto di due, dicevano alla Moratti, in fila per sei col resto di due, ma vai a lavare i piatti, in fila per sei col resto di due".


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