Repubblica-Bari-Docenti e alunni in piazza a Roma dalla Puglia mille no alla Moratti
Bari l'appuntamento è per le sei di domani mattina davanti alla Prefettura: da lì i manifestanti partiranno in pullman per la capitale Docenti e alunni in piazza a Roma dalla Puglia mille no ...
Bari l'appuntamento è per le sei di domani mattina davanti alla Prefettura: da lì i manifestanti partiranno in pullman per la capitale
Docenti e alunni in piazza a Roma dalla Puglia mille no alla Moratti
Alba Sasso (Ds): alle bugie mediatiche del ministro i genitori non credono più
ANNA GRITTANI
Il grido di dissenso contro la legge Moratti a Bari comincia presto, da piazza Prefettura. Alle sei del mattino di domani i pullman pieni di manifestanti e striscioni si metteranno in moto per raggiungere Roma. Partiranno dal capoluogo e dalla provincia, si muoveranno anche da Brindisi, Foggia, Lecce e Taranto per portare nella capitale 1000 pugliesi, altri, tanti, si uniranno alla manifestazione muovendosi con la propria auto, magari con i figli a seguito. Si affronteranno chilometri di strada per contrastare l'attuazione del primo decreto legislativo sulla scuola dell'infanzia, sulla primaria e sul primo ciclo della secondaria, più note, con un gergo pre-riforma, come scuola materna, elementare e media.
La protesta di domani comincerà alle 14 e coinvolgerà l'Italia dell'istruzione, cioè tutti, perché la scuola non è solo di chi ci lavora, ma anche delle famiglie, dagli alunni ai genitori. Sono stati i sindacati, in particolare Cgil, Cisl e Uil (della scuola), ad organizzare la manifestazione, tuttavia l'appuntamento di domani rappresenta una tappa di quello che Alba Sasso, parlamentare barese dei ds, chiama "movimento nato dal basso, dalle tante iniziative spontanee di genitori, docenti, studenti che si sono attivati nelle proprie scuole in ogni angolo d'Italia per difendere la qualità dell'istruzione e il carattere pubblico della scuola".
Sarà solo una coincidenza, ma proprio in questi giorni il ministero ha diffuso in tutta Italia l'opuscolo bianco e verde, dal titolo "La scuola cambia così", in pratica lo schema del decreto legislativo, sulle "norme generali relative alla scuola dell'infanzia e al primo ciclo dell'istruzione". E lì, a pagina 3, Letizia Moratti scrive: "Molte sono le novità che verranno introdotte con gradualità, a partire dall'anno scolastico 2004-2005, tutte mirate ad innalzare la qualità della scuola". I manifestanti di domani e i confederali pensano esattamente il contrario. Le segreterie pugliesi di Cgil, Cisl e Uil scuola accusano il ministero di facili slogan e invitano alla protesta perché "il decreto conferma il reale obiettivo del ministro di ridurre l'offerta formativa delle scuole pubbliche, incluso il tempo pieno, potenziando i finanziamenti alle private", e perché "le ore obbligatorie di lezione per la scuola elementare e media diventano 27 alla settimana, mentre l'orario opzionale non garantisce neanche il mantenimento delle migliori esperienze didattiche".
Poi c'è l'autonomia scolastica che, secondo i sindacati, rischia "per carenza di risorse umane e finanziarie di non poter più assicurare una progettazione educativa adeguata ai reali bisogni formativi degli alunni" e gli anticipi nella scuola dell'infanzia, "opinabili sotto l'aspetto pedagogico-didattico e inattuabili senza la garanzia da parte degli enti locali di servizi strumentali aggiuntivi". Non ultimo il problema occupazionale dovuto ai tagli e alla riduzione degli orari, che a breve andrà a rimpinguare il contingente di docenti "soprannumerari", mentre gli attuali precari vedranno preclusa ogni prospettiva, supplenze incluse. Sullo sfondo cova la dispersione scolastica, aumentata da quando la legge di riforma ha abbassato l'obbligo, riportandolo alla terza media, e il disorientamento delle famiglie che stanno iscrivendo i figli al liceo temendo sul futuro degli istituti tecnici e professionali. Dalla manifestazione di domani i sindacati si aspettano un segnale forte di allarme e di preoccupazione che incrini la rigidità del governo a portare avanti un progetto non condiviso.
Alba Sasso è convinta che il segnale sarà dato. "I genitori ? dice - non credono più alle bugie mediatiche del ministro Moratti e hanno perfettamente compreso che le politiche di risparmio sulla scuola pubblica stanno togliendo ai loro figli il diritto all'istruzione e di conseguenza il diritto al futuro. Hanno capito che impoverire l'istruzione pubblica significherà non solo creare percorsi di eccellenza per chi se li potrà pagare, ma anche eliminare il luogo pubblico di formazione delle nuove generazioni, dove si impara a condividere il patrimonio di sapere e conoscenza che fa l'identità di un paese".