Repubblica-Bari-Condotta antisindacale condannato un preside
Conversano, il capo d'istituto non aveva sottoposto il contratto alle organizzazioni Condotta antisindacale condannato un preside "A noi non interessava punire il dirigente, m...
Conversano, il capo d'istituto non aveva sottoposto il contratto alle organizzazioni
Condotta antisindacale condannato un preside
"A noi non interessava punire il dirigente, ma creare una sorta di monito per le stesse Rsu, che si sono rivelate accondiscendenti"
ANNA GRITTANI
Fa firmare un contratto "in bianco" e rimedia una condanna per condotta antisindacale. Accade, per la prima volta nella provincia di Bari, nell'istituto superiore di Conversano, che comprende il liceo classico "Morea" e l'istituto professionale "De Lilla". Il preside Vito Campanelli durante le trattative per il contratto d'istituto, non aveva convocato i rappresentanti delle segreterie provinciali dei sindacati della scuola, Cgil, Cisl, Uil e Snals. Questa la motivazione della condanna, tanto più grave perché proprio durante quelle trattative era stata decisa la formula da utilizzare per la redazione finale del contratto. Una soluzione piuttosto anomala. Accanto alle singole voci il capo di istituto aveva fatto scrivere un generico "come da normativa vigente". "Ma quale normativa?", sbotta Maurizio Lembo, segretario della Cgil scuola di Bari. "È il contratto d'istituto ad applicare la normativa". Oggi il sindacalista gongola di soddisfazione. È stata proprio la Cgil ad impugnare il contratto stipulato a gennaio di quest'anno, facendo riferimento all'articolo 28 dello statuto dei lavoratori. Il giudice del lavoro, Beatrice Notarnicola, ha dato ragione al sindacato di Epifani condannando la scuola per "condotta antisindacale". Il contratto è stato annullato e l'istituto dovrà pagare le spese processuali.
La sentenza barese è un monito per tutta Italia, tant'è che lo stesso segretario nazionale della Cgil scuola Enrico Panini ha voluto commentarla: "Ci sono alcuni dirigenti che scambiano l'autonomia della scuola con l'autonomia del capo d'istituto. A questo punto il ricorso al giudice del lavoro è più che giusto". Una sentenza che arriva, per di più, su uno strumento della vita scolastica relativamente nuovo e di cui non si conosce ancora il valore profondo. Il contratto d'istituto è stato istituito solo tre anni fa insieme alle Rsu, cioè le rappresentanze sindacali unitarie, costituite da personale della scuola iscritto alla varie organizzazioni sindacali e democraticamente eletto. Con il contratto si stabilisce, ad esempio, come ripartire il fondo d'istituto, chi saranno i collaboratori del preside e chi i docenti che devono garantire i servizi minimi in caso di sciopero. "Accanto a tutte queste voci '#8211; racconta Mimmo Mileo della segreteria provinciale della Cgil '#8211;, il preside aveva insistito perché si scrivesse "come da normativa". Alla fine sul contratto non c'era niente. Ecco perché il giudice entrando nel merito, ci ha dato ragione". Su questa battaglia condotta e vinta dalla Cgil non c'è nulla di personale contro il capo di un istituto, antico e prestigioso come quello di Conversano. Lo chiarisce Maurizio Lembo: "A noi non interessava punire il dirigente, ma creare una sorta di monito per le stesse Rsu, che si sono rivelate accondiscendenti tanto da firmare un contratto assurdo. Chi ricopre questo ruolo in una scuola deve mantenere la sua autonomia rispetto al preside. Il contratto deve esser fatto in modo serio e soprattutto con il consenso dei lavoratori, che in questa circostanza non c'è stato". Un caso sul quale meditare in vista delle elezioni delle nuove Rsu previste a dicembre.