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Repubblica/Bari; C´è poco lavoro e scarsi finanziamenti Bisogna ricominciare con corsi gestiti in maniera più trasparente

"La ricerca sta morendo"

30/09/2007
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la Repubblica

L´astrofisica sarà a Noicattaro per la settimana della cultura scientifica: "La ricerca sta morendo"
La Hack star di Libroscopio "Vi racconterò il mio universo"

TITTI TUMMINO

Prima donna in Italia a dirigere un Osservatorio astronomico, quello di Trieste, una vita piena di successi e gratificazioni alle spalle, l´astrofisica toscana Margherita Hack, 86 anni, sarà fra i bei nomi della scienza e della cultura umanistica protagonisti di "Libroscopio. Settimana della cultura scientifica" in programma a Noicattaro dal 2 all´11 ottobre. Grande divulgatrice, membro delle più prestigiose società di fisica e astrofisica del mondo, la Hack parlerà e si confronterà anche con gli studenti sul tema "L´universo di Margherita": in pratica, il suo universo.
Già, ma qual è l´universo di Margherita Hack? È fatto solo di stelle e pianeti, o c´è altro?
«Certamente no, non sono mica nata astrofisica. Anche se forse una premonizione c´era: da piccolina abitavo in via Centostelle. Nel mio universo c´è una grande passione per lo sport: da ragazza sono stata campionessa di salto in lungo e di salto in alto, ho giocato a pallavolo e amo la biclicletta con la quale ancora oggi mi concedo scorrazzate. Adoro gli animali, i gatti in particolare. Credo di aver avuto una vita bella anche grazie ai miei genitori, che mi hanno cresciuta nel modo più libero, inculcandomi due valori fondamentali come la libertà e la giustizia, e a mio marito, con il quale ho una rapporto da oltre sessant´anni».
Poi però nella sua vita ha fatto irruzione la scienza.
«Lo studio mi ha dato molta sicurezza. Ho scoperto la matematica negli anni del liceo, mi piaceva tantissimo, al contrario della fisica per la quale non è che stravedessi. Questa seconda passione è maturata all´Università, poi è venuta la ricerca».
A proposito di ricerca, ritiene utile le iniziative dedicate alla divulgazione della scienza, come la Notte dei ricercatori?
«In queste occasioni vedo molta curiosità e grande interesse: la gente viene, partecipa, fa domande, s´informa sugli scopi della ricerca scientifica. Evidentemente c´è una passione di base: come il gusto della ricerca, l´interesse per fisica e matematica. E soprattutto è importante che queste materie interessino molto i giovani».
L´Italia non è messa bene quanto a ricercatori.
«Adesso c´è poco lavoro e soprattutto scarsissimi finanziamenti. Bisogna ricominciare con corsi per ricercatori, attuati e gestiti in maniera più trasparente di quanto non si sia fatto finora. In Italia ne abbiamo la metà, forse addirittura un terzo di quanti ne hanno altri paesi europei come Gran Bretagna, Francia e Inghilterra. Quindi se non vogliamo ridurci a Paese del terzo mondo, è necessario che si ricominci a finanziare la ricerca e a creare corsi per ricercatori. Un concetto che mi sta a cuore, ne parlerò, spero, anche la prossima settimana in Puglia, dove ritorno sempre volentieri»
Conosce già quindi la nostra regione?
«Certo, ho partecipato a diversi convegni e conferenze a Bari, a Foggia e a Lecce».
Fra gli appuntamenti della Settimana della cultura scientifica è in programma anche una lezione di matematica in dialetto nojano, di Noicattaro. Che ne pensa?
«Ci sono varie iniziative in Italia in questo senso, ma non le condivido. Si vuol fare l´Europa e poi si torna ai Comuni. Credo che il dialetto vada usato in famiglia o debba essere studiato a livello universitario da deontologi. Meglio che ci si parli in italiano, la lingua deve essere unica per poterci comprenderci. Tornare a un secolo fa, quando siciliani e piemontesi non si capivano, non mi sembra interessante».
Una carriera splendida, la sua, ma ha ancora un sogno nel cassetto?
«Sogni no. Ormai ricerca non se ne fa più perché non ci sono fondi; mi diverte scrivere, fare conferenze e divulgazione scientifica».


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