Alla proposta di annullare l´anno accademico, i due organismi hanno risposto con un documento che cerca il dialogo
PAOLO RUSSO
Collettivi degli studenti, ricercatori, assistenti, dottorandi e impiegati uniti in un solo sit-in. La protesta contro la riforma Gelmini ha investito anche l´università di Bari. A mobilitarsi è stato il ventre molle dell´ateneo, quello che potrebbe essere maggiormente colpito dalla legge 133 approvata il 6 agosto scorso e le sue norme sull´università: possibilità di trasformare gli atenei in fondazioni di diritto privato, tagli al fondo di finanziamento ordinario (un miliardo e mezzo di euro in 5 anni) e blocco del turn-over al 20 per cento (per cinque docenti in pensione ne entra solo uno). Ieri i rappresentanti di questo dissenso diffuso hanno chiesto e ottenuto una audizione da parte del Senato accademico e del Consiglio d´amministrazione, riuniti in una seduta congiunta.
Dopo un lungo dibattito gli organi di governo dell´ateneo barese hanno, per il momento, preferito la strada del dialogo alle proteste eclatanti proposte dai manifestanti. I ricercatori e i dottorandi a rischio di rimanere per strada chiedevano il blocco delle lezioni e l´annullamento della cerimonia di inaugurazione dell´anno accademico. Senato e Consiglio d´amministrazione, invece, hanno scelto la linea del confronto. In un documento congiunto stilato al termine della riunione fiume di ieri i rappresentanti dei due organi, si sono limitati ad investire il rettore, Corrado Petrocelli: "Di farsi interprete del disagio della Comunità universitaria presso le forze politiche e il Parlamento affinché i problemi della formazione e della ricerca siano sottratti alla logica dello scontro ideologico. È necessario - hanno scritto - un patto nazionale che disegni una durevole e organica prospettiva riformatrice, mettendo fine al frenetico susseguirsi di interventi parziali che hanno finora prodotto soltanto un clima di disorientamento e di incertezza. È indispensabile un confronto serrato che porti a una definizione normativa delle principali questioni attraverso la discussione e il dialogo".
L´unica richiesta dei manifestanti accolta da Senato e Cda è stata quella di sollecitare le facoltà a promuovere assemblee aperte a tutto il mondo accademico barese. La prima di queste assemblee plenarie si terrà ad Agraria domani pomeriggio alle 15. I ricercatori, i dottorandi e gli aspiranti professori messi in ginocchio dalla riforma Gelmini, discuteranno anche del documento "soft" varato dall´ateneo barese per accendere i riflettori su una crisi del sistema universitario che, al contrario, si prospetta drammatica e pesante.
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