Repubblica/BAri: Ateneo, riforma Bersani al via la chiusura anticipata di un'ora
Tagli del 20 per cento su pulizia e guardiania. Protestano gli studenti: a pagare siamo noi
Le associazioni pronte a scendere in piazza "Un fatto inaudito, ora le aule saranno più sporche e meno sorvegliate di prima"
PAOLO RUSSO
Dall´otto gennaio molti dipartimenti dell´Ateneo chiudono un´ora prima. Alle 20, anziché alle 21. E´ l´effetto più visibile che il decreto Bersani sta avendo sull´Università di Bari. Ma non l´unico. Nel 2007 le spese per i servizi intermedi, e cioè la vigilanza, il portierato e la pulizia, dovranno essere del 20 per cento inferiori rispetto a quelle messe a bilancio per il 2006. La norma, nonostante le proteste della conferenza dei rettori al momento della conversione in legge del decreto Bersani, è rimasta in vigore. E dal primo gennaio scorso è diventata operativa. A Bari i primi appalti scaduti a dicembre 2006 sono già stati riassegnati con una decurtazione del 20 per cento: costeranno e renderanno un quinto in meno rispetto a prima. E presto la stessa sorte toccherà a tutti gli altri interinali in servizio all´Ateneo.
«Ci hanno ridotto uno stipendio già molto basso - accusa un portiere di Giurisprudenza - ogni giorno un´ora di lavoro in meno. Siamo noi a pagare per tutti». E a guadagnarci non sarà l´Università: i risparmi sulle spese intermedie non potranno essere reinvestiti dagli atenei (ad esempio per finanziare la ricerca) ma finiranno direttamente nelle casse dell´erario. Come denunciò al ministro Mussi lo stesso rettore, in occasione dell´inaugurazione dell´anno accademico: «Se fossimo esentati - disse Corrado Petrocelli, in tono provocatorio - pur tra mille difficoltà, potremmo tenere fede ai contratti pluriennali già stipulati, rispondere in modo adeguato alle legittime esigenze di studenti e docenti che chiedono orari prolungati, erogazioni di nuovi servizi, nuovi spazi da destinare alle attività di ricerca e di formazione».
E invece i tagli sono già in vigore e, a detta degli studenti, condizioneranno non poco l´attività didattica. «Da luglio il seminario giuridico chiude alle cinque del pomeriggio - denuncia Angelo Benedetto, consigliere di facoltà a Giurisprudenza - con questi ulteriori tagli agli orari anche le aule del secondo piano rimarranno chiuse e noi non sapremo più dove andare a studiare». Per questo l´associazione Studenti per l´università è già al lavoro per organizzare in settimana una grossa manifestazione di protesta: «I servizi per noi studenti - ribadisce Nicolas Caputo, rappresentante del Senato accademico - erano già ridotti al lumicino: adesso le nostre facoltà saranno anche più sporche e meno sorvegliate».