Repubblica/Bari: Atenei, stop ai concorsi per 118 prof
Decreto della Gelmini: da rivedere i criteri di formazione delle commissioni
Al ministero assicurano che non c´è un blocco e che si tratta solo di uno slittamento sino al prossimo gennaio
GIULIANO FOSCHINI
Nei corridoi delle università pugliesi la chiamavano «la grande infornata»: centodiciotto posti da professore tra ordinari, associati e appena 15 ricercatori, appena banditi dalle università pugliesi. Un esercito di nuovi professori che per il momento dovrà aspettare. Il decreto voluto dal ministro Mariastella Gelmini ha infatti per il momento congelato le prove di selezione: il decreto approvato dal consiglio dei ministri il 6 novembre prevede una diversa selezione e composizione delle commissione giudicatrici, «una maniera per rendere più difficile l´accomodamento dei giudizi» ha spiegato lo stesso ministro. Le vecchie procedure sono state bloccate. Le nuove dovrebbero concludersi entro gennaio, assicurano dal ministero. Le università di casa nostra saranno costrette ad attendere.
Dopo anni infatti di blocco dovuto a ragioni economiche e normative (e forse anche per il timore delle nuove selezioni su scala nazionale), le quattro università pugliesi si erano date alla pazza gioia, bandendo appunto più di cento selezioni. Soltanto l´università di Bari assumerà 17 persone: 3 ordinari, 8 associati e 6 ricercatori. Sedici invece sono i docenti richiesti dal Politecnico: 12 associati e 4 ordinari. Alla Lum, l´università di Casamassima, vogliono assumere lo stesso numero di docenti di una diretta concorrente nel mondo accademico privato: la Bocconi. Il magnifico rettore, Lello Degennaro, cerca infatti 18 professori, 11 ordinari, 6 associati e un solo accademico. Per lui significa raddoppiare il corpo docente. A oggi, infatti, la Lum ha 34 professori di ruolo. Gli altri, sono tutti a contratto esterno. Eppure in questi anni non sono stati banditi pochi concorsi, ma evidentemente a Casamassima c´è gente esigente: in molti casi infatti i docenti scelti dalla commissione e nominati idonei non vengono ritenuti adatti al ruolo dalle facoltà (Economia e Giurisprudenza). E così i prof, grazie all´idoneità, sono costretti ad andare a lavorare in altre università. Magari pubbliche.
Tornando ai nuovi bandi, sono venti i docenti che ha attenzione di assumere l´università di Foggia, l´ateneo che più di tutte in Italia in questi anni ha aumentato il corpo docente («ma siamo giovani, è normale» ha spiegato il rettore Giuliano Volpe): 11 ordinari, 8 associati e un solo ricercatore. In questa speciale classifica la parte del leone la fa però senza alcun dubbio l´università del Salento. Il ministro Gelmini ha messo in stand by ben 47 concorsi banditi a Lecce (13 da ordinario, 30 da associato e 4 da ricercatore), il 7 per cento dell´attuale forza docente.
Della "grande informata" non farà parte probabilmente un concorso da associato in Diritto ecclesiastico, bandito dalla facoltà di Scienze politiche. Il rettore Corrado Petrocelli ha infatti annullato con un decreto la nomina del membro interno, Gaetano Dammacco. Il professore era stato eletto dal consiglio di facoltà dopo però aver preso lo stesso numero di voti di un collega, Nicola Colaianni: si era però ritenuto che a parità di voti fosse eletto il membro più anziano. Interpretazione della norma, questa, però contestata dallo stesso Colaianni che ha presentato un ricorso al rettore. Le sue obiezioni sono state accolte, e Petrocelli ha chiesto così alla facoltà di riprocedere alla nomina di un commissario.
A questo punto però è possibile che il concorso salti del tutto e venga rimandato alla prossima sezione: la norma prevedeva, infatti, che l´elezione del membro interno dovesse avvenire entro e non oltre il 30 settembre. Il concorso in Diritto ecclesiastico non era poi una prova come tutte le altre. Si trattava infatti di una selezione alla quale il ministero teneva particolarmente. Un insegnamento ritenuto assolutamente indispensabile, tanto che Roma aveva deciso di dare un finanziamento extra appositamente per bandire questa prova.