Repubblica/Bari: Asili, la svolta della Regione "Fra i banchi anche a due anni"
Intesa con l´Ufficio scolastico: da settembre sezioni ad hoc all´interno delle materne
Il provveditore: "I bandi scadono però fra tre giorni e non c´è alcuna richiesta"
Il progetto del governo mira ad assicurare che possano iscriversi anche i più piccoli
PIERO RICCI
Il servizio è molto richiesto soprattutto dalle famiglie in cui mamma e papà lavorano entrambi: una scuola dell´infanzia o un asilo nido che abbia una "sezione primavera", classi ad hoc per bambini dai due ai tre anni. Previste dalla legge regionale sui servizi sociali, si è pronti perché a fine settembre parta un anno di sperimentazione. In teoria queste sezioni potrebbero sorgere in ogni comune pugliese. Ma è necessario che i gestori delle scuole dell´infanzia statali e paritarie e degli asili nido prestino domanda all´Ufficio scolastico provinciale per attingere al fondo nazionale da 30 milioni di euro. Il problema è che le domande vanno consegnate entro il 10 luglio.
«Nonostante la circolare sia stata inviata per tempo, finora non è pervenuta alcuna richiesta», osserva il direttore dell´ufficio scolastico regionale della Puglia, Lucrezia Stellacci, che ieri in Regione ha firmato un protocollo d´intesa con gli assessori alla Solidarietà (Elena Gentile) e alla Pubblica istruzione (Mimmo Lomelo), oltre che con il presidente dell´Anci (Michele Lamacchia) e il delegato dell´Upi (l´assessore provinciale ai Servizi sociali, Antonello Zaza). L´intesa prevede una cabina di regia che dovrà seguire la fase di sperimentazione di queste sezioni da aggregare alle scuole dell´infanzia e agli asili nido per completare il ciclo dell´educazione da zero a sei anni. Tutti si augurano che la rete sia la più estesa e diffusa possibile. Ma dipenderà dai gestori. Si pensa soprattutto ai Comuni che potrebbero offrire un servizio che spesso non c´è per quanto richiesto. «Il nostro intento - spiega l´assessore Gentile - è promuovere contestualmente interventi per la conciliazione vita-lavoro e incrementare e accrescere la qualità dell´occupazione delle donne». Per non parlare delle occasioni di lavoro che si aprirebbero per uno stuolo di laureati in scienze dell´educazione che pur in possesso dell´abilitazione, restano disoccupati.
Secondo gli standard previsti dev´esserci un operatore ogni dieci bambini. E se si calcola che in ogni sezione possono esserci fino a 20 bambini, in ogni scuola dell´infanzia o in ogni asilo nido che aprirà sezioni primavera si potranno assumere altri due educatori. Di più: nella fase di sperimentazione potranno essere accolti bambini che compiono tre anni entro il 31 agosto del 2008 e anche quelli che i tre anni li compiono a gennaio o a febbraio del prossimo anno, se non sono stati inseriti nelle normali sezioni della scuola dell´infanzia. Resta l´incognita del fattore-tempo: «Noi ce l´abbiamo messa tutta - afferma Lomelo - perché abbiamo approvato il progetto praticamente in tempo reale dopo l´accordo nazionale, grazie anche alla sinergia tra Regione, Province, enti locali e sindacati». L´obiettivo è offrire un servizio e in più di garantire rette popolari: «Ma non è nei poteri della Regione stabilire un retta uguale per tutti - spiega Gentile - Tutto dipenderà dalle integrazioni che vorranno fare i Comuni per alleggerire il più possibile il peso del servizio sulle famiglie».
La Regione può imporre una serie di criteri. E il primo è la perequazione territoriale: saranno favoriti i comuni in cui il servizio è carente o assente. E anche qui la priorità sarà riservata alle sezioni che possono essere istituite nelle zone disagiate o periferiche.