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Ravennanotizie: La Cgil: "Solo tagli nella scuola, mentre sono in aumento gli studenti"

Le preoccupazioni e le previsioni finora espresse sul destino della scuola pubblica statale si rivelano drammaticamente fondate- dichiara Monica Ottaviani

24/04/2010
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"Tagli, tagli e ancora tagli. L'Ufficio Scolastico Regionale ha comunicato a ciascuna provincia della nostra regione, l'organico di diritto per l'anno scolastico 2010/2011. Siamo di fronte ad una vera catastrofe per la scuola ravennate". Lo afferma Monica Ottaviani, segretaria della Cgil scuola.

"Le preoccupazioni e le previsioni finora espresse sul destino della scuola pubblica statale si rivelano drammaticamente fondate.

I tagli che si profilano - dichiara Monica Ottaviani - incidono profondamente e negativamente sull'offerta formativa e impediscono il soddisfacimento delle richieste delle famiglie. Le scuole superiori subiscono la devastazione più importante.

Per il secondo anno consecutivo il Governo, a fronte di un importante aumento della popolazione scolastica, taglia pesantemente il diritto allo studio, aumenta gli alunni per classe e riduce migliaia di posti di lavoro: 41.000 posti in meno, che si sommano ai 42.100 già tagliati lo scorso anno.

Si tratta di una vera emergenza sociale - afferma Monica Ottaviani - se si considera l'aumento degli studenti, i tagli sono ancor più devastanti.

Infatti, a Ravenna continua a crescere in modo decisivo il numero degli studenti, che passano da 41.744 dello scorso anno a 42.651 (+ 907 pari al 2,20%) per l'anno scolastico 2010/2011.

Un aumento, quello della popolazione scolastica ravennate, superiore al valore medio regionale (l'aumento complessivo degli studenti è stimato al momento attorno ai 10.000).

PERSONALE ATA

Oltre alla situazione sopra illustrata vi sarà un ulteriore taglio del personale ausiliario, tecnico, amministrativo dopo quello dello scorso anno e dopo il taglio del 25% degli appalti di sorveglianza e pulizia dello scorso mese di gennaio.

A livello regionale è previsto in -651 posti, quantificabile a livello provinciale in circa 55 posti in meno. Un vero problema per la sicurezza dei nostri bambini, soprattutto nella scuola dell'infanzia e primaria.

SCUOLA DELL'INFANZIA

Nella scuola statale dell'infanzia, nonostante gli appelli del governo alla generalizzazione della scuola dell'infanzia, non si concedono 9 sezioni necessarie per dare risposta ai 224 bambini, che quindi saranno parcheggiati in lista di attesa.

Allo stesso modo non vengono assegnate risorse per il completamento di 11 sezioni part- time già attivate lo scorso anno, di cui si sono fatti carico gli Enti Locali con risorse proprie.

sui bilanci dei Comuni e si mettano le mani nelle tasche dei cittadini!

Lo Stato deve fare la propria parte e dare risposta ai bisogni delle famiglie.

Mancano quindi all'appello 29 posti di docenti della scuola dell'infanzia.

SCUOLA PRIMARIA

Anche quest'anno le famiglie ravennati chiedono per i propri figli una scuola a tempo pieno e bocciano sonoramente il modello base delle 24 ore sostenuto dal Ministro Gelmini.

Quasi il 50% delle famiglie richiede il tempo pieno (+16 classi rispetto allo scorso anno che non potranno essere concesse); a seguito dei vincoli imposti dal Ministero, possono essere concesse solo 351 classi, lo stesso numero dello scorso anno.

Quindi 432 famiglie vedranno disattesa la propria scelta di tempo scuola.

Inoltre per le classi prime e seconde vi sarà una riduzione di tempo scuola determinata dall'applicazione dei nuovi ordinamenti che prevedono un tempo scuola di 27 ore.

Vengono inoltre eliminate le ore di compresenza (4 ore), continuando nell'opera di demolizione della qualità scolastica che ha fatto della scuola a tempo pieno il modello di eccellenza riconosciuto a livello internazionale.

Le classi, inoltre, saranno costituite con non meno di 27 alunni, numero che in alcuni casi potrebbe far venir meno il rispetto delle norme sulla sicurezza per incapienza dei locali.

Tale situazione si aggrava ulteriormente in presenza di alunni diversamente abili che saranno ospitati in classi così numerose.

La situazione descritta, porterà alla dequalificazione della proposta didattica, un impoverimento dell'offerta formativa, una riduzione del tempo scuola, un aumento degli alunni per classe.

SCUOLA SECONDARIA DI I° GRADO

Nella scuola media la sofferenza è analoga a quella sopra descritta. Oltre ad una importante riduzione del tempo scuola a 30 ore settimanali per tutte le classi attualmente funzionanti si coniugherà un'importante riduzione di classi a tempo prolungato.

SCUOLA SECONDARIA DI II° GRADO

Da questo anno prende avvio la riforma della scuola secondaria di secondo grado per le classi prime. Di fatto siamo di fronte ad un vero e proprio marasma, qualcosa di indefinito che la scuola vera, di fatto, non è in grado di recepire.

Oltre alla riduzione oraria per le classi prime di tutti gli ordini (licei, tecnici e professionali), si interviene pesantemente con una riduzione di tempo scuola anche nelle classi intermedie dei tecnici e dei professionali.

A fronte di un aumento di quasi 200 studenti si tagliano ben 62 posti.

È facile prevedere, perché i dati relativi alle classi non sono ancora forniti, che rispetto alle richieste delle scuole vi sarà una decurtazione di circa 30 classi.

Siamo di fronte ad una vera e propria macelleria sociale.

Si tagliano i laboratori, le materie caratterizzanti gli indirizzi snaturando pertanto il valore formativo dei percorsi scolastici.

La FLC CGIL - dichiara Monica Ottaviani - non starà alla finestra a guardare.

Siamo pronti con una serie di iniziative di informazione e di contrasto alle scelte scellerate del governo, al fianco del lavoratori, delle famiglie e per la difesa del diritto allo studio degli studenti.

Il giorno 26 aprile saremo davanti alle Prefetture di tutta Italia per ribadire la nostra opposizione a questo disegno, a fianco della CGIL, contro gli attacchi legislativi al contratto e al diritto del lavoro.

Il 30 aprile saremo davanti al Ministero della Pubblica Istruzione e il 10 maggio promuoveremo una iniziativa pubblica a livello locale per denunciare lo sfascio della nostra scuola.

Nella metà del mese di maggio faremo anche una manifestazione nazionale a difesa del lavoro ed in particolare di quello precario. È inaccettabile ed irresponsabile - puntualizza Monica Ottaviani - destrutturare il sistema scolastico pubblico, mortificare la scelta della famiglie e licenziare migliaia di precari.

Il nostro, non è mai stato allarmismo fine a se stesso.

Oggi, occorre creare un movimento che a partire dalla necessità di salvare la scuola pubblica statale, di tutti e per tutti, coinvolga le famiglie, gli studenti, le istituzioni, le associazioni e quanti vogliono condividere con noi questo obiettivo".


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