Ravenna, tagli alla scuola. L'urlo dei precari: "Stanchi di essere presi in giro"
E' l'urlo del Coordinamento dei Lavoratori Precari Flc Cgil, che prosegue: "Siamo stanchi di chi parla di 65.000 assunzioni, ma non dice che sono su tre anni, da ripartire tra il personale docente e quello ATA, e che non coprono neppure la metà dei pensionamenti"
da Romagnaoggi
RAVENNA - "Siamo stanchi di chi mente prendendosi gioco dei lavoratori della scuola, degli alunni e delle famiglie, di chi promette di assumere tutti i precari delle graduatorie a esaurimento in soli sei anni, ma continua a tagliare i posti di lavoro". E' l'urlo del Coordinamento dei Lavoratori Precari Flc Cgil, che prosegue: "Siamo stanchi di chi parla di 65.000 assunzioni, ma non dice che sono su tre anni, da ripartire tra il personale docente e quello ATA, e che non coprono neppure la metà dei pensionamenti"
"Siamo stanchi di chi promette agli insegnanti stipendi adeguati alla media Ocse, con aumenti di diverse migliaia di euro, ma blocca il rinnovo del contratto per cinque anni e cancella gli scatti di anzianità. Siamo stanchi di chi afferma di migliorare la scuola pubblica, ma rende le aule sovraffollate e taglia le ore di lezione e di sostegno agli studenti diversamente abili. La regione Emilia Romagna sta pagando sulla propria pelle le meschine menzogne di questo Governo sull'istruzione"
"La nostra scuola infatti - si legge in una nota dei precari della scuola di Ravenna - nell'ultimo rapporto Tuttoscuola, è scesa dal primo al quarto posto nella graduatoria nazionale che misura la qualità del sistema scolastico. Era inevitabile. I 6000 posti di lavoro tagliati, nonostante un numero di studenti in costante aumento-circa 25.000 unità-, ci hanno penalizzato più di ogni altra regione italiana. Così già oggi nelle nostre classi c'e' un alunno in più rispetto alla media nazionale e bisognerebbe addirittura aprire 440 classi nella primaria e 285 alle medie per pareggiare il conto. Ma non basta. Il nostro tasso di dispersione, che era prossimo allo zero, ora è cresciuto del 2,4%."
"Nella nostra provincia gli effetti non sono comunque meno devastanti. Nel triennio 2009-2011, a fronte di un aumento di 3500 studenti, c'è stata una decurtazione di 500 posti di lavoro tra personale docente e ATA. Già nel corrente anno scolastico sono tantissime le classi sovraffollate (in una sola scuola secondaria di primo grado di Ravenna si contano ben otto classi con un numero di alunni assolutamente in deroga alle norme). Ma sono tantissime le scuole con classi non a norma per la sicurezza o che non rispettano la normativa che garantisce ai disabili gravi l'inserimento in classi con numero ridotto di studenti (massimo venti), per facilitarne l'integrazione e l'apprendimento. Senza contare che la costante diminuzione dei collaboratori scolastici priva i nostri ragazzi delle più elementari garanzie di sorveglianza e di supporto ai bambini più piccoli anche per l'uso dei servizi igienici".
"Queste le conseguenze degli otto miliardi sottratti alla scuola pubblica che da un lato stanno affossando il nostro sistema d'istruzione e dall'altro, invece, stanno trasformando migliaia di lavoratori precari in disoccupati" concludono i precari