Ravenna: «Lezioni in piazza e scuole aperte di notte»
Protesta costruttiva per attirare l'attenzione
IN DIFESA della scuola pubblica insegnanti e genitori scendono in campo a causa «delle ulteriori picconate inferte alla scuola dalle nuove misure economiche e per le condizioni mortificanti in cui si trovano ad operare i docenti, con gravi ricadute sugli studenti e le loro famiglie». Questa iniziativa ha preso le mosse il 23 agosto con una lettera aperta di Silvia Golfera, insegnante alla media Baracca, al segretario generale della Cgil Susanna Camusso. Vi si evidenziava come lo sciopero nel caso della scuola risultasse ormai un'arma spuntata, poco funzionale e antiquata. «Checchè se ne dica afferma Golfera la scuola non è un'azienda, il bene che produce non è immediatamente monetizzabile. Una chiusura straordinaria consentirebbe alla nostra classe politica d'intascare un notevole risparmio e offrirebbe ulteriore occasione di additare gli inutili, anzi dannosi fannulloni». LA LETTERA, che è stata apprezzata dalla Cgil, è stata pubblicata anche su Repubblica suscitando fra molti insegnanti, non solamente del territorio, la voglia di incontrarsi, discutere e confrontarsi per lanciare forme di protesta che sensibilizzino l'opinione pubblica, senza però ledere il diritto alla formazione e allo studio. Per questo motivo nei giorni scorsi in Rocca, nella sala Baracca (nella foto), si è tenuto un incontro condotto da Silvia Golfera insieme all'assessore comunale alle politiche scolastiche Patrizia Randi, al quale hanno partecipato numerosi insegnanti e rappresentati dei genitori degli alunni. «Riteniamo ha spiegato Silvia Golfera che per rilanciare la scuola e attirare l'attenzione sulla condizione degli studenti, cui cinicamente si sta sottraendo il futuro, e dei docenti ridotti a paria, nonché al disagio delle famiglie, sarebbe molto più utile tenere le scuole aperte ad oltranza, nel pomeriggio, la sera dopo cena, nei giorni festivi, per offrire a tutti quei servizi che lo Stato sacrifica all'evasione fiscale, ma anche per spiegare cosa sta avvenendo nel nostro Paese. Crediamo che lanciare una mobilitazione in questo senso (una settimana, due, quanto serve) sarebbe una sfida che varrebbe la pena di tentare». IL 28 SETTEMBRE gli insegnanti di Lugo partiranno con le prime iniziative che prevedono lezioni in luoghi pubblici e banchetti al mercato. Poi è prevista una serie di mobilitazioni, scuola per scuola. Questa singolare forma di protesta potrebbe coinvolgere, nelle intenzioni dei promotori, tutti i lughesi. «L'apertura ad oltranza sottolinea Silvia Golfera è rivolta non solo agli studenti che potranno scegliere se rimanere, ma a tutta la cittadinanza. I politici si sono dimostrati incapaci di agire e di difendere i diritti dei cittadini, dunque vogliamo riprenderci la responsabilità per il nostro futuro. Ognuno di noi si deve impegnare e raccontare ciò che sta succedendo: vogliamo creare una mobilitazione che si faccia sentire».
Daniele Filippi