Prof dal Sud per il posto fisso «Gioia dopo anni da precari»
Milano. Dopo lo sblocco delle graduatorie, firmati i contratti di assunzione con gli insegnanti di medie e superiori. Un migliaio i docenti trasferiti a Milano dal Mezzogiorno
Alessandra Dal Monte
Anna Maria Ribaudo, 36 anni, fino a giovedì viveva a Palermo. Ora sta in albergo a Milano. E presto dovrà trovarsi una casa: da venerdì è ufficialmente un’insegnante trasferita. Ha firmato il contratto a tempo indeterminato come docente di sostegno alle scuole medie: «La decisione di iscrivermi alla graduatoria provinciale di Milano l’ho presa in 48 ore - racconta davanti all’istituto Gentileschi di via Natta, dove l’Ufficio scolastico provinciale sta assumendo i docenti in base ai posti assegnati dal ministero, circa tremila in tutta la provincia -. Ero disperata: in Sicilia non c’è modo di lavorare con continuità, nonostante le mie due specializzazioni in musica e sostegno». Anna Maria è emozionatissima. Quasi non ci crede. Con il punteggio accumulato a Palermo è riuscita a piazzarsi 62esima nella graduatoria del suo settore. «Finalmente un contratto vero dopo nove anni di precariato. Nove anni in cui oltre a insegnare come supplente ho fatto di tutto: lezioni private, consulenze come musicologa, l’addetta nel call center di Alitalia. Certo, così cancello tutta la mia vita precedente. Ma per un lavoro lo si fa».
«L’indeterminato una gioia ma anche un prezzo»
Adalgisa Cannata, siracusana, per il contratto ha lasciato in Sicilia sua figlia: «Il tempo di organizzare tutto, poi la porto su con me». Trentaquattro anni, precaria da 12, è un’altra delle neo iscritte alle graduatorie milanesi. Lei però al Nord si era già trasferita qualche tempo fa, prima a Sondrio poi a Bergamo. Invece Maurizio Priolo, 36 anni, moglie e figli a Taormina, non si era mai mosso dalla Sicilia: «Una scelta difficile, ma qui almeno si lavora». Elena Robertazzo, 45 anni, viene dalla Basilicata. Ha insegnato sostegno ed educazione motoria da precaria per 15 anni. Ieri ha firmato il contratto con gli occhi rossi: un misto di emozione per l’immissione in ruolo e di amarezza per la vita lasciata alle spalle. «L’indeterminato è una gioia, ma a che prezzo».
Dal Sud il 10 per cento dei docenti
Quest’anno le graduatorie provinciali sono state riaperte dopo il blocco degli aggiornamenti degli ultimi tre anni. Degli 8.500 docenti iscritti - tra elementari, medie e superiori - 860 si sono trasferiti da altre parti d’Italia, soprattutto dal Sud. «Il 10 per cento, un numero alto - commenta il sindacalista della Cgil Scuola Pippo Frisone -. D’altronde nel Mezzogiorno i posti in ruolo per i docenti continuano a diminuire. Le nomine si fanno in base al numero di alunni, che sono sempre di meno». L’iscrizione di massa a Milano ha scatenato polemiche a livello istituzionale: l’assessore all’Istruzione della Regione Lombardia, Valentina Aprea, ha proposto di bloccare le graduatorie provinciali. Secondo il sindacato, però, il problema sta a monte: «Servirebbero politiche di sostegno alla scuola nelle regioni del Sud, per combattere l’abbandono e l’emorragia di studenti. Iscriversi alle graduatorie di altre province è un diritto sancito dalla legge».