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Nuova Sardegna-Ore 8,30: nel caos generale via alle lezioni

Ore 8,30: nel caos generale via alle lezioni E i sindacati, ieri, hanno occupato la sede della direzione scolastica regionale La protesta contro un'istituzione che cade a pezz...

21/09/2004
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Nuova Sardegna

Ore 8,30: nel caos generale via alle lezioni
E i sindacati, ieri, hanno occupato la sede della direzione scolastica regionale
La protesta contro un'istituzione che cade a pezzi


CAGLIARI. Avevano promesso che sarebbe stata battaglia, e battaglia è stata. Alle 10.30 del mattino, ieri, giornata d'avvio ufficiale del nuovo anno scolastico i sindacati della scuola (Cgil, Cisl, Uil, Snals, Cobas, Gilda, Css) si sono ritrovati, bandiere e striscioni al seguito, sotto la sede della direzione scolastica regionale. Pochi minuti, giusto il tempo di permettere agli ultimi ritardatari di raggiungerli, e poi tutti dentro ad occupare la direzione simbolo di una scuola malata. La scuola voluta dal ministro Letizia Moratti, prima di tutto, ma anche la scuola che cade a pezzi, perché in fatto di edilizia è agli ultimi posti in Italia.
E ancora, la scuola che parte senza tutti gli insegnanti in cattedra e che non vuole abbastanza bene ai bimbi bisognosi di un insegnante di sostegno. Seduti attorno ad un tavolo, in una sala della direzione scolastica ormai occupata per protesta, i sindacati hanno passato in rassegna, una per una le loro ragioni. "Nell'ultimo quinquennio in Sardegna abbiamo assistito a tagli d'organico e consistenti - ha esordito, durante un incontro con la stampa Peppino Ioddo, segretario regionale della Cgil scuola - solo quest'anno i tagli sono stati nella misura di cinquecento unità. E ancora una volta non è garantito il diritto allo studio degli studenti portatori di handicap". Nel mirino c'è dunque in primo luogo una scuola-azienda, che cerca di far quadrare i bilanci con tagli agli organici, incurante delle ripercussioni sui posti di lavoro o sulla qualità dell'insegnamento. A dar più forza all'idea che sia proprio questa la direzione seguita dalla scuola vi è anche, dicono i sindacati, un sempre più massiccio ricorso ai supplenti, con immissioni in ruolo sempre più sfumate. E a proposito di nomine e di inizio d'anno partito con tutti gli insegnanti in cattedra, ecco che sulle assicurazioni partite nei giorni scorsi dal direttore regionale della scuola Armando Pietrella, i sindacati hanno lanciato la secca smentita: "Le nomine - dicono - sono state fatte in base alle graduatorie che riteniamo illegittime e su cui già pendono decine di ricorsi. La verità è che chi è salito in cattedra secondo tali parametri potrebbe non essere lì nel giro di pochi mesi. E la scuola continua a vivere nel caos". Uno dopo l'altro, arrivano poi tutti gli altri punti dolenti messi in campo dalla riforma. Come l'introduzione del Tutor una figura che per Enrico Frau, della Cisl, rappresenta uno "sconvolgimento giuridico della funzione docente". "La verità - dice Frau - è invece che in questo modo viene a rompersi questa collegialità tra insegnanti con cui il sistema italiano ha costruito un modello attrezzatissimo anche a livello europeo".
Critiche piovono anche sulla reintroduzione alle elementari del maestro unico: "Un maestro tutologo che ci riporta indietro a più di vent'anni fa - incalza la Cgil - quando si capì che il sapere era molto vasto e complicato e che era bene ci fossero più insegnanti, ognuno dei quali specializzato in un ambito di discipline scolastiche". Piogge di critiche anche sul "tempo scuola", ridotto dal classico pacchetto che ne comprendeva un minimo di trenta a uno nuovo che ne prevede invece ventisette. Sbagliata è stata anche la riduzione di un anno dell'obbligo scolastico: "Troppo precocemente i ragazzi sono chiamati a scegliere che fare nella loro vita - è stato detto - così però si incentivano scelte sbagliate e si aggrava il fenomeno, della dispersione scolastica". Ma ad irritare forse più di tutto è il violento attacco che la legge compie verso l'autonomia scolastica: "Il collegio scolastico - spiega Olga Atzori della Gilda degli insegnanti - è sovrano nella scelta dei criteri da adottare nella didattica. Ora il ministro, questi criteri vuole calarli dall'alto e noi non possiamo accettarlo". Per dire "no" a tutto questo i sindacati, cui si affianca il Comitato Scuola città, continua nella lotta. E mentre i Cobas invitano ad "organizzare in tempi rapidi lo sciopero di tutta la scuola", le diverse sigle organizzano delle assemblee aperte a tutti già a partire da giovedì.
Sabrina Zedda


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