Nuova Sardegna-Le famiglie non vogliono i tutor
SCUOLA Le famiglie non vogliono i tutor Contestata la scelta del direttore alle elementari di via Caboto ...
SCUOLA
Le famiglie non vogliono i tutor
Contestata la scelta del direttore alle elementari di via Caboto
CAGLIARI. Insegnante-tutor in cattedra sin dal primo giorno e inglese e informatica accessibili solo a pochi. Le famiglie dei bambini della scuola elementare di via Caboto non ci stanno e ieri, riunite in comitato spontaneo, hanno marciato sino alla sede della direzione scolastica di via Venezia, per dirne quattro al dirigente Latino Loddo. Un inaspettato giorno di vacanza per i piccoli che i genitori hanno voluto tener lontani dalle lezioni. Un momento di confronto per le famiglie che, in un'assemblea accesa, ma tutto sommato dai toni civili, hanno chiesto al dirigente scolastico di ritornare al sistema educativo articolato per moduli e di applicare la riforma della scuola voluta dal ministro Letizia Moratti con maggiore flessibilità.
"Non ce l'abbiamo contro la riforma - dice Luisanna Matzuzzi, madre di due bambini di seconda e quinta classe - il problema è che il venti settembre, all'apertura dell'anno scolastico, siamo stati messi dal preside davanti al fatto compiuto, senza alcuna informazione preventiva".
Questi i fatti: dato che l'anno scolastico appena cominciato è quello d'avvio della riforma, il dirigente Loddo ha deciso di partire col piede giusto, assegnando un tutor ad ogni classe, proprio come previsto dalla Moratti. "Da una lettura attenta che abbiamo fatto della legge - dice Rita Uras, madre di un bimbo di seconda - ci è sembrato però di cogliere la possibilità per le scuole di muoversi con una certa flessibilità". Flessibilità che, dicono in coro padri e madri, evidentemente il dirigente scolastico non ha usato "imponendo autoritariamente il tutor senza neppure sentire il collegio dei docenti".
Il vero nodo sembra però un altro: "I tutor non hanno né una nomina ufficiale, né la preparazione adatta al nuovo compito - lamenta Susanna Masala - Mentre gli insegnanti di inglese e informatica sembrano non bastare".
Il preside però si difende: "Non capisco tutte queste polemiche - dice - La legge esiste e io non ho fatto altro che applicarla".
Parole che ora i genitori vogliono vedere nero su bianco, prima di decidere le prossime mosse. (s.z.)