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Nuova Sardegna: «Immissioni in ruolo? Una beffa dopo la mattanza indiscriminata»

leader della Cgil per la scuola, Peppino Loddo, non usa perifrasi né ricorre a mezzi termini: «È un disastro: le immissioni in ruolo coprono il 30 per cento delle esigenze effettive e nel frattempo si distrugge il sostegno riservato ai portatori di handicap segando via decine di posti, a cominciare dalle province di Oristano e Cagliari».

29/08/2010
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Nuova Sardegna

CAGLIARI. Come di consueto il leader della Cgil per la scuola, Peppino Loddo, non usa perifrasi né ricorre a mezzi termini: «È un disastro: le immissioni in ruolo coprono il 30 per cento delle esigenze effettive e nel frattempo si distrugge il sostegno riservato ai portatori di handicap segando via decine di posti, a cominciare dalle province di Oristano e Cagliari».
Loddo nell’isola è alla guida della Federazione lavoratori della conoscenza. Da anni segue con passione queste vicende. E oggi alza il tiro. «L’Ufficio scolastico regionale non ha fatto nulla per mitigare le disposizioni romane adattandole alla nostra realtà - accusa - Le immissioni in ruolo, per esempio, sono, per quantità ed effetti, uno schiaffo alla scuola e al precariato in Sardegna». «Arrivano dopo la mattanza che ha eliminato 1700 tra insegnanti, tecnici, ausiliari - incalza - Agli attuali 2000 posti vacanti, sui quali viene fatta una chiamata per appena 291 docenti e 130 Ata, andavano invece aggiunti quelli tagliati. I quali avrebbero a loro volta consentito almeno una immissione in ruolo per altrettanti posti».
«Questa beffa verrà pagata a caro prezzo dagli studenti e dai precari - continua il dirigente della Cgil - Così come l’assistenza ai disabili. Ci risulta che l’Ufficio scolastico regionale, tramite i provveditorati, stia procedendo a ulteriori tagli sul sostegno, per decine di posti. Alla fine, quindi, le conseguenze saranno ancora più pesanti». «Colpisce, per Loddo, «davanti alla disperazione già visibile», l’inerzia della Regione».
Secondo la Flc, le altre più gravi questioni lasciate aperte sono l’abbandono degli studi, le carenze nell’edilizia, gli accordi «fallimentari» fatti dall’assessore Baire sul precariato, la sottrazione di fondi agli istituti pubblici. Per invertire la tendenza, in estrema sintesi, Loddo propone una serie d’interventi: «Piano straordinario di lotta alla dispersione, sostegno delle autonomie scolastiche, vertenza con lo Stato per il riconoscimento, attraverso standard più favorevoli di quelli nazionali, delle specificità sarde». (pgp)


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