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Nuova Sardegna-Cattedre vacanti, riforma contestata

Assemblee in tutta l'isola e sit-in davanti alla Direzione regionale mentre 230mila alunni rientrano in classe Cattedre vacanti, riforma contestata I sindacati: migliaia di posti vuot...

20/09/2004
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Nuova Sardegna

Assemblee in tutta l'isola e sit-in davanti alla Direzione regionale mentre 230mila alunni rientrano in classe
Cattedre vacanti, riforma contestata
I sindacati: migliaia di posti vuoti e poche immissioni in ruolo


CAGLIARI. Oggi comincia in Sardegna il nuovo anno scolastico per oltre 230mila alunni e circa 35mila lavoratrici e lavoratori della scuola. Ai noti problemi riguardanti le strutture (in molti dei 1650 edifici scolastici ci sono lavori in corso), ai tagli di classi e personale, specie per gli alunni portatori di handicap, si aggiunge il rischio di un non regolare avvio di anno. Lo denunciano i sindacati di categoria della scuola che oggi, alle ore 10.30, faranno un sit-in davanti alla sede della Direzione scolastica regionale, nel viale Regina Margherita a Cagliari.
La protesta, organizzata unitariamente da Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals, Cobas, Gilda e Css, che hanno anche indetto incontri e assemblee, è tesa a ribadire lo stato di disagio dei lavoratori della scuola. "Le pochissime immissioni in ruolo, a malapena 460, pari a neppure il 18 per cento delle necessità - spiega Peppino Loddo in una nota -, non coprono le migliaia di posti vuoti in organico ancora non coperti con la nomina dei supplenti. Il grande pasticcio nella formazione delle graduatorie dei supplenti, sommerse dai legittimi ricorsi degli aventi diritto, non consentirà alle scuole di procedere a nomine di insegnanti sicure e stabili. Certamente molte classi non avranno i loro insegnanti il primo giorno di scuola e molti ragazzi li vedranno cambiare nei primi mesi dell'anno. Ma, soprattutto, le scuole sono attraversate dalle tensioni e da situazioni conflittuali causate dalle minacce e intimidazioni da parte dell'amministrazione scolastica di procedere disciplinarmente nei confronti degli insegnanti che si rifiutino di attuare la cosiddetta riforma Moratti".
I sindacati hanno, quindi, sottolineato come essa sia stata bocciata dalla stragrande maggioranza dei docenti. "Imposizioni e minacce, però, non possono cancellare il legittimo diritto delle scuole autonome di scegliere il piano di offerta formativa (Pof) da offrire agli alunni", hanno aggiunto i sindacati per i qualisono necssarie: una buona scuola con più risorse umane e finanziarie, più tempo scuola, più discipline e attività, più opportunità per tutti, libertà di insegnamento, lavoro cooperativo e democrazia scolastica.
Da qui la decisione dei sindacati di mobilitarsi unitariamente per denunciare "il violento attacco contro la scuola pubblica, per contrastare i tagli di risorse e personale, per difendere il diritto all'istruzione di tutte e di tutti, per la valorizzazione e la qualificazione di un sistema scolastico pubblico, per contrastare l'operato della direzione scolastica regionale".


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