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Non c'è pace per la scuola milanese

Siamo ormai all’ossessione furiosa e razzista che si scatena contro la scuola, contro gli studenti e in modo particolare contro i cittadini migranti ai quali è negato il diritto all’istruzione

10/06/2011
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ScuolaOggi

di Attilio Paparazzo

Non c’è pace per la scuola milanese…
Siamo ormai all’ossessione furiosa e razzista che si scatena contro la scuola, contro gli studenti e in modo particolare contro i cittadini migranti ai quali è negato il diritto all’istruzione.
Tutti i sindacati scuola di Milano e Brianza nel pomeriggio di oggi 9 giugno 2011 si sono sentiti dire dal Provveditore agli Studi che non è possibile concedere 2 classi serali all’istituto Professionale Bertarelli di Milano, malgrado l’iscrizione di 62 lavoratori-studenti, perché il 70 % di questi risulterebbe essere extracomunitario. Questa disposizione veniva attribuita dal dott. Petralia ai suoi dirigenti regionali del MIUR (Colosio e Volontè).
Senza vergogna, senza neppure rendersi conto della gravità dell’affermazione i dirigenti preposti al governo della scuola milanese, al di fuori di qualunque norma, senza provare alcun disagio ripercorrono sentieri pericolosissimi che nel nostro paese hanno già segnato la peggiore storia della prima metà del secolo scorso.
Sei straniero? Hai il permesso di soggiorno in regola? Lavori e sei utile all’economia del paese? Lavora e taci. Hai voglia di studiare per migliorare la tua posizione? No, non puoi farlo, la tua classe non può essere autorizzata perché dobbiamo soddisfare alle regole che Tremonti e Gelmini ci hanno imposto e quindi ti neghiamo quel diritto riconosciuto dalla Costituzione Italiana, dalle convenzioni internazionali, dagli elementari principi del diritto civile. Tutta la scuola paga per questa politica dissennata, ma non si era mai arrivati a negare la scuola per motivi etnici. Mai così in basso, non hanno neppure cercato di fingere, di inventare una scusa diversa per salvare la faccia. Se ha ancora senso parlare di civiltà giuridica si ponga rimedio a questo stato di cose.


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