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NAzione-Arezzo-E i genitori si mobilitano

E i genitori si mobilitano per salvare il tempo pieno AREZZO '#8212; Mentre suonava la campanella loro erano al mercato. A fare la spesa? Sì ma di firme. Centinaia di autografi contr...

10/06/2003
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E i genitori si mobilitano
per salvare il tempo pieno

AREZZO '#8212; Mentre suonava la campanella loro erano al mercato. A fare la spesa? Sì ma di firme. Centinaia di autografi contro la nuova scuola. O quantomeno contro uno dei suoi tasselli più temuti: la sorte del tempo pieno. Ormai anche da noi di bambini che entrano in classe alle 8 per uscirne alle 4 del pomeriggio ce ne sono tanti. Solo alle elementari si spalmano su 168 classi: fate i conti, sono oltre tremila scolari impegnati per otto ore a fare la spola tra il banco, la lavagna e la mensa. E che a settembre potrebbero essere costretti a cambiare abitudini. In mezzo c'è la Riforma Moratti. Lì dove attualmente arrivano due insegnanti dovrebbe arrivarne uno solo: ma avendo dalla sua non 40 ma un massimo di 25/26 ore. Parte del resto, più o meno fino a 30, sarebbe coperto da altri insegnanti incaricati di gestire i laboratori, diversi secondo le attitudini dei bambini. Ma resterebbero fuori del piatto un'altra decina di ore. Tra cui quelle della mensa, finora considerate spazio educativo e domani chissà. Una novità che sta facendo correre qualche brivido sulla schiena di vari direttori di circolo. E di qualche genitore. In quaranta hanno deciso di passare al contrattacco. Prima qualche assemblea, poi la petizione: che al mercato in un sabato solo ha raccolto 200 firme. Poi? "Siamo pronti anche allo sciopero" rispoondono ad una voce Maria Claudia Solari Barone e Gabriele Gatti. Entrambi hanno i figli alla Pio Borri, cuore del terzo circolo. "Sciopero significa non mandare i ragazzi a scuola. Ma prima batteremo tutte le strade: la petizione la consegneremo al provveditore e all'assessore comunale Angiolini. Ma anche ai sindacati, perché si uniscano finalmente alla nostra battaglia". Intanto alla Pio Borri già attualmente circa metà delle domande di tempo pieno non può essere soddisfatta: ma in questo caso la colpa non è della riforma. Il direttore Pietro Cali getta acqua sul fuoco. "Non si tratta di fare barricate ma di salvare un'esperienza educativa importante".
A rilanciare sul piatto dal primo circolo è il direttore Tavanti. "E' un mondo che sta cambiando: tanti lavori sono ormai continuati, con un ritaglio di mensa all'ora di pranzo. La scuola, dopo aver creato una risposta, non la può smantellare". Per ora il pericolo non sembra imminente. "Nell'organico di diritto dell'anno prossimo '#8212; spiega il provveditore Alfonso Caruso '#8212; siamo riusciti ad incrementare il tempo pieno di qualche classe. Certo le richieste sono tante e le esigenze in crescita, anche alle medie: sarebbe grave dimenticarlo". Intanto ogni giorno potrebbe essere quello buono per l'arrivo delle circolari applicative. Un conto alla rovescia che potrebbe anche semplicemente tradursi in una prma sperimentazione. "Ma i presidi sappiano che noi non siamo d'accordo" chiudono i genitori. A questo punto lo sanno. Almeno se frequentano il mercato.


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