Molise: Senza lavoro 158 insegnanti
Pronto l'organico per il prossimo anno. 126 posti in meno per il personale Ata
Deborah Di Vincenzo
Tagli al personale, formazione di pluriclassi, scuole che chiudono. Per effetto del ridimensionamento stabilito dal Miur certo, ma anche per il calo vertigionoso di studenti che si sta registrando negli ultimi tempi. Quel che è certo è che per il prossimo anno scolastico in Molise resteranno a casa 158 insegnanti e 126 dipendenti Ata. Nel dettaglio la scuola primaria perderà sessantasette docenti, ventotto in meno saranno in servizio alle medie e anche gli istituti superiori dovranno «fare a meno» di sessantaquattro docenti. Confermato soltanto l'organico dell'Infanzia che potrà contare anche quest'anno su 548 posti. Un problema con cui le scuole molisane si trovano a fare i conti già da qualche anno. Meno classi, ma con più studenti, con evidenti ripercussioni sulla qualità della didattica. «Con questi numeri – ha affermato il segretario regionale della Flc Cgil Sergio Sorella – si sta mettendo in discussione il diritto all'istruzione pubblica, costituzionalmente garantito dallo Stato. Esiste una preoccupazione diffusa – afferma Sorella – : quale tipo di scuola si potrà garantire agli studenti molisani?». Dagli insegnanti al personale Ata. Rispetto allo scorso anno si «perderanno» 19 assistenti amministrativi, otto assistenti tecnici, ottantasei collaboratori scolastici e dieci Dsga. Pensare che solo qualche anno fa, nel 2006, lavoravano poù di 1900 unità. A settembre saranno 1414. E, mentre i sindacati si preparano alla mobilitazione, gli amministratori provano a trovare soluzioni. Al momento l'unica possibile sembra essere quella di realizzare poli scolastici. Una sorta di consorzio tra più comuni, che consentirebbe di continuare a garantire il servizio nei piccoli centri senza rinunciare alla qualità della didattica. Esperimenti in tal senso si stanno provando a realizzare in Alto Molise, grazie all'iniziativa del sindaco di Carovilli e a Sant'Agapito. Inziative che al momento sono ancora in fase embrionale, ma che potrebbero cambiare il modo di concepire la scuola.