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Messaggero Veneto-"Vorremmo mettere su famiglia"

ELENA ZORATTI E LORELLA GOSPARINI, MEDIE INFERIORI "Vorremmo mettere su famiglia" Il precariato non consente di pensare al futuro ...

06/09/2004
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MessaggeroVeneto

ELENA ZORATTI E LORELLA GOSPARINI, MEDIE INFERIORI
"Vorremmo mettere su famiglia"
Il precariato non consente di pensare al futuro


"Vorremmo mettere su famiglia e perché no anche un figlio, ma in questa situazione non sappiamo quando riusciremo ad avere le garanzie lavorative necessarie per pensare al nostro futuro". Elena Zoratti, 29 anni, di Moruzzo e Lorella Gosparini, 34 anni, di Fagagna (nella foto), abilitate alla scuola di specializzazione universitaria, per il momento, sono costrette a chiudere in un cassetto i loro sogni. Progetti e buone intenzioni resteranno lì fino a quando non riusciranno a ottenere la nomina in ruolo e non troveranno la serenità per pensare anche alla famiglia.
La carriera degli insegnanti precari è legata al punteggio che, a seconda dei criteri di valutazione, varia di anno in anno. Le due amiche e colleghe hanno sperimentato in prima persona cosa significa perdere punti guadagnati frequentando corsi e prestando servizio nelle scuole medie inferiori tra San Daniele e Tolmezzo.
"Grazie ai vari criteri di valutazione varati in questi anni, abbiamo perso diversi punti. Oggi, nella graduatoria permanente ci troviamo al sessantesimo posto" riferiscono le due insegnanti, giunte all'assemblea dei precari organizzata dalla Cgil con in mano una lista di quesiti. Tra questi: "Dobbiamo scegliere una località di montagna per raddoppiare il punteggio?". Non è detto che l'abbiano fatto. Anche perché, per un precario, l'idea di raggiungere tutte le mattine una sede situata a decine di chilometri di distanza dal luogo di residenza non è un'ottima prospettiva. Non va dimenticato, infatti, che lo stipendio di un insegnante di Lettere supplente, è il caso delle due specializzate Ssis, supera di poco i mille euro e non sempre consente di sostenere spese di affitto che, molto spesso, si attestano su centinaia di euro.
E così i precari della scuola girano da una sede all'altra privi di certezze. A dispetto delle sollecitazioni dei genitori, ogni anno, i supplenti sono costretti a interrompere la continuità didattica e a confrontarsi con nuove classi e programmi, nuovi libri di testo e soprattutto altri dirigenti scolastici e colleghi. Per loro è un continuo cambiamento che, a distanza di anni, rischia di diventare davvero pesante.


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