Messaggero Veneto: Senza personale, scuole a rischio

Amministrativi e di sostegno: segnalate pesanti difficoltà non solo per la didattica

I SINDACATI

IL CASOx

Mentre cominceranno oggi le chiamate per gli ingressi in ruolo, gli istituti scrivono all’Ufficio regionale e agli ambiti territoriali chiedendo aiuto

A rischio il regolare avvio dell’anno scolastico. In queste giornate cruciali per l’immediato futuro della scuola (oggi iniziano le chiamate per gli ingressi in ruolo), gli istituti di tutto il territorio scrivono all’Ufficio scolastico regionale e ai relativi ambiti territoriali chiedendo aiuto. Nelle lettere si segnalano pesanti difficoltà non solo per la didattica, ma anche per il sostegno e per il personale amministrativo.
In grande affanno è l’Alto Friuli, ma anche in città il polo tecnico professionale Stringher ha un contingente giudicato troppo risicato. Intanto, piovono le critiche contro il provvedimento del vice-prefetto di tenere sotto controllo, da domani, le chiamate dei precari.
«Iniziando dalla didattica – precisa Franca Gallo, segretario provinciale Flc-Cgil – manca ancora la definizione degli organici di fatto che, se tutto andrà bene, saranno chiari solo a metà settembre. L’Usr ha organizzato un solo incontro, peraltro interlocutorio, con le sigle sindacali, il 6 agosto, poi più nulla. Ma le scuole lamentano pesanti difficoltà in vista dall’avvio dell’anno scolastico anche per quanto riguarda il sostegno e il personale amministrativo».
Le segnalazioni arrivano da Tolmezzo, Cividale e Udine. Nell’Alto Friuli le situazioni più complicate. Come accade a Tolmezzo, dove un unico istituto arriva a contare 16 sedi, ma non altrettanti collaboratori scolastici: un ammanco numerico che mette in pericolo la regolare apertura dei plessi. La gestione degli uffici, sempre più impegnativa per effetto dell’autonomia scolastica, è a rischio. A lamentarlo il professionale Stringher in città e l’Isis Paolino d’Aquileia a Cividale, ma le segnalazioni arrivano da tutta la regione.
La presa di posizione del vicario del prefetto, Francesco Palazzolo, ha lasciato scontente più parti, ma curiosamente non i diretti interessati. «Non mi sento indignato – ha precisato Gabriele Donato, portavoce del Coordinamento dei precari della provincia di Udine –, anzi significa che qualcuno si sta rendendo conto della reale portata della problematica. Bisogna anche ricordare che l’anno scorso, in occasione delle chiamate, in diverse parti d’Italia si sono verificate occupazioni e proteste, ma non credo che la rabbia dei colleghi vada in quel senso».
Intanto, il coordinamento ha predisposto un formulario da consegnare a tutti i precari per «fotografare la situazione provinciale – spiega Donato – così da avviare una seria riflessione che renda la mobilitazione più efficace».
Il provvedimento di Palazzolo, come detto, ha amareggiato qualcuno. Dalla Federazione lavoratori della conoscenza Cgil, al consigliere comunale e insegnante Gregorio Torretta che si è detto «indignato, esterrefatto e confuso, prima come uomo, poi come docente». Nella nota della Cgil si legge: «L’attribuzione di contratti annuali è purtroppo prassi consolidata di un’amministrazione pubblica poco attenta all’importanza della scuola statale, che avrebbe bisogno di risorse economiche e professionali adeguate e di personale docente e Ata stabile. Ma le operazioni di nomine a tempo determinato si sono sempre svolte negli anni con la massima tranquillità, anche in presenza di un gran numero di aspiranti a un posto di lavoro nella scuola e sono sempre state gestite con professionalità dal personale dell’Ufficio scolastico provinciale. A chi giova questo allarme – si chiede il sindacato –, perché si temono o si vogliono creare situazioni di tensione?».
Michela Zanutto