Messaggero Veneto: Scuola senza fondi, scatta lo sciopero
Oggi insegnanti e amministrativi incrociano le braccia La Cgil sollecita l’intervento dei politici eletti in regione
di GIACOMINA PELLIZZARI
L’anno scolastico finisce tra le proteste: oggi gli insegnanti e i tecnici amministrativi incrociano le braccia. La Cgil ha confermato lo sciopero per contestare i tagli ai fondi e al personale che, per il prossimo anno, solo in provincia, si stimano in un centinaio di professori e decine di bidelli in meno. Con una missiva, il sindacato invita gli onorevoli eletti in regione a risolvere i problemi della scuola pubblica.
Ai tagli di personale previsti dal ministero per il 2007/08 va aggiunta la carenza di fondi che, negli ultimi mesi, ha costretto alcuni dirigenti scolastici a non sostituire i colleghi assenti per malattia perché non avevano fondi per pagare le supplenze. «Tutto ciò – fa notare la Cgil – mentre le scuole della regione avanzano dallo Stato 11 milioni 105 mila euro». Si tratta di una cifra stanziata dal ministero negli anni e mai accreditata alla Direzione scolastica regionale. Problematiche queste già poste sul piatto della bilancia nel corso del tentativo di conciliazioni che, però, non ha riscontrato il risultato sperato.
Nell’evidenziare le diverse emergenze, il sindacato ricorda che a settembre il sistema scolastico regionale dovrà fare i conti con 1.440 iscritti in più, 200 docenti in meno (un centinaio in provincia), le richieste del tempo pieno e prolungate insoddisfatte e molti bambini in lista d’attesa nelle scuole dell’infanzia. Di fronte a questa situazione, il segretario regionale della Cgil-scuola, Paolo Cicconofri, nella missiva inviata agli onorevoli eletti in Friuli Venezia Giulia chiede: «É ragionevole che, a fronte di un aumento degli studenti e della complessità, diminuisca il personale docente e Ata? Sono possibili, in queste condizioni, una buona programmazione e un buon lavoro? É possibile aprire la scuola al territorio, sostenere la ricerca didattica, l’aggiornamento e avere un’efficiente organizzazione amministrativa? Quale qualità, quale sviluppo possono essere fondati sui tagli e sulle incertezze?».
Altrettanto lunga la lista delle richieste. Cicconofri, agli stessi politici, infatti, chiede non solo più risorse e il blocco dei tagli al personale, ma anche nuove classi e sezioni di scuola dell’infanzia, maggiori risorse per favorire l’integrazione degli alunni stranieri e interventi correttivi del sistema di finanziamento alle scuole. «La riduzione delle risorse – fa notare Cicconofri agli onorevoli – in molti casi, ha impedito il pagamento degli stipendi ai supplenti e imposto tagli delle spese di cancelleria per fa fronte al pagamento della tariffa rifiuti». Risultato: «L’aggiornamento degli insegnanti e del personale Ata ha raggiunto il livello più basso nella storia della scuola della Repubblica» fa notare il sindacalista, nel ricordare che quest’anno a mettere in difficoltà i dirigenti scolastici è stato anche il nuovo sistema di finanziamento ministeriale che bypassando la Direzione scolastica regionale dovrebbe accreditare i fondi direttamente alle scuole. Il condizionale è d’obbligo visto che dopo l’accredito della prima rata il sistema si è inceppato.
I nodi da sciogliere, insomma, sono diversi e la Cgil intende farlo prima della chiusura dell’anno scolastico. Se non altro per cercare una via d’uscita prima di settembre quando torneranno alla ribalta le problematiche di centinaia di insegnanti precari costretti, in questi mesi, a fare i conti con procedure costose per il conseguimento delle abilitazioni nei corsi speciali. I precari, assieme a tutto il personale della scuola, sono invitati a brindare alla salute della scuola pubblica nel corso del presidio di protesta organizzato dalla stessa Cgil per venerdì, alle 17, davanti “I soliti ignoti”, in via Baldissera.