Messaggero Veneto-Le scuole in credito per 11 milioni di euro
Il ministero finora ha liquidato solo il 31% degli oltre 17 milioni spettanti agli istituti scolastici della regione Le scuole in credito per 11 milioni di euro I dirigenti non han...
Il ministero finora ha liquidato solo il 31% degli oltre 17 milioni spettanti agli istituti scolastici della regione
Le scuole in credito per 11 milioni di euro
I dirigenti non hanno potuto pagare le attività aggiuntive dello scorso anno
Le casse delle scuole languono anche perché il ministero dell'istruzione non ha ancora versato gli 11 milioni 875 mila euro che i dirigenti hanno speso lo scorso anno. Soldi indispensabili per pagare le attività aggiuntive svolte nell'anno scolastico 2003/04 dagli insegnanti, il lavoro notturno prestato dai collaboratori scolastici (personale Ata), la funzione di segretario svolta dagli assistenti amministrativi e gli incarichi affidati ai presidi. Senza soldi in cassa, i dirigenti scolastici sono stati costretti a rinviare il pagamento che, secondo il contratto d'istituto, avrebbe dovuto essere stato effettuato entro lo scorso 30 agosto.
"Alcuni istituti '#8211; spiega il segretario regionale della Cgil-scuola, Antonio Luongo '#8211; hanno liquidato gli importi dovuti al personale utilizzando fondi di altra provenienza". La situazione preoccupa non poco i dirigenti scolastici anche perché per l'anno in corso si prospetta lo stesso percorso. "Ormai è una consuetudine: i soldi arrivano a gennaio, con un anno di ritardo" continua Luongo, nel segnalare la grave situazione finanziaria che sta mettendo in croce il mondo della scuola.
Inevitabili le ricadute sulle famiglie invitate a versare contributi più o meno consistenti per le attività aggiuntive, vale a dire attività teatrali, incontri culturali e tutte le iniziative che arricchiscono i piani delle offerte formative. Per il prossimo anno, non è escluso, infatti, un possibile aumento delle tasse scolastiche. Solo in questo modo i dirigenti scolastici riusciranno a far quadrare i bilanci.
Nei prossimi giorni, nelle scuole della provincia prenderà il via la contrattazione tra i dirigenti scolastici e le rappresentanze sindacali unitarie (Rsu) proprio per il pagamento delle attività aggiuntive. Attività che interesseranno anche i bidelli la cui presenza è centellinata in tutti gli istituti. Se da un lato i presidi per garantire la pulizia e la sorveglianza dei locali sono costretti a chiedere ai collaboratori scolastici ore straordinarie, dall'altro non hanno i soldi per pagare il lavoro effettuato oltre il consueto orario giornaliero. In molti casi le ore vengono recuperate nel periodo estivo.
La carenza di fondi è uno dei motivi che ha indotto le organizzazioni sindacali, Cgil, Cisl e Uil, a indire una protesta che culminerà il 15 novembre con la manifestazione nazionale a Roma. Ieri, per contestare i tagli di personale e risorse applicati dal Governo, gli insegnanti, gli educatori, i dirigenti e il personale Ata nella prima ora di lezione hanno incrociato le braccia. Lo stesso faranno il 29 ottobre e, come accennato, il 15 novembre.
Nella prima giornata di protesta, l'adesione si è attestata tra il 25 e il 35%. "Un dato atteso '#8211; commenta Luongo '#8211; e tuttavia non pienamente soddisfacente perché, assieme alla Basilicata, eravamo le prime due regioni a scioperare". In effetti, la partecipazione alle assemblee organizzate dai sindacati nelle scuole per illustrare gli effetti della riforma Moratti, un po' ovunque avevano registrato una partecipazione altissima. "La sensazione '#8211; continua il segretario regionale della Cgil-scuola '#8211; è che il personale del mondo della scuola parteciperà numeroso alla manifestazione a Roma". La Cgil contesta anche il trasferimento delle competenze alle Regioni sull'organizzazione scolastica. Soprattutto la bozza di Statuto del Friuli Venezia Giulia che trasforma anche la scuola dell'infanzia da scuola statale in regionale. (g.p.)