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Messaggero Veneto-I Ds alla Guerra: la scuola regionale è un passo indietro

I Ds alla Guerra: la scuola regionale è un passo indietro Un documento di Milano critica la "controriforma Moratti" e attacca la Regione: sbagliato firmare l'intesa UDINE '#8211; "Non si può ...

12/08/2002
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MessaggeroVeneto

I Ds alla Guerra: la scuola regionale è un passo indietro
Un documento di Milano critica la "controriforma Moratti" e attacca la Regione: sbagliato firmare l'intesa

UDINE '#8211; "Non si può rivendicare un ruolo della Regione nella scuola a qualunque costo: firmare l'intesa con il ministro Moratti semmai significa mortificarla e renderla partecipe di un netto passo all'indietro". Lo denunciano i Democratici di sinistra, che criticano il progetto di scuola regione a cui lavora la vicepresidente Alessandra Guerra, con un documento di Ferdinando Milano.
"Improvvisamente - denuncia Milano - si inserisce il devastante ciclone Moratti che porta prima al taglio nella scuola regionale di 700 posti, poi alla ventilata chiusura di numerose scuole (chi dice 64, chi 40, chi...) sulla base di un puro calcolo numerico del rapporto alunni/insegnanti". Il riferimento è alla nota ministeriale inviata nei giorni scorsi al direttore scolastico Bruno Forte, "in cui vengono segnalate tutte le scuole che si trovano sotto la media nazionale di 1 a 9,5 - prosegue Milano -. Motivo? Ridurre i costi, razionalizzare. Scopo: trovare le risorse, che il fantasioso ministro Tremonti non ha, per fare le contro-riforme. Tutto questo senza consultare gli enti locali".
"Tutto questo - prosegue '#8211; senza alcun criterio, se non quello del risparmio a ogni costo e della razionalizzazione cieca e perversa. Eppure il Dpr 233/98 aveva indicato per l'attribuzione dell'autonomia e l'assegnazione degli organici del personale della scuola altri criteri oltre a quello della popolazione scolastica: le caratteristiche demografiche e orografiche, gli indici di disagio economico e socio-culturale, gli obiettivi correlati all'economia regionale e all'evoluzione del mercato del lavoro"
"Di tutto ciò il ministro Moratti fa strame - continua Milano - poiché per lei poco senso ha ragionare di qualità: il sistema scolastico pubblico peggiorerà? Meglio: largo ai privati, viva il libero mercato della scuola. Insomma, diciamo pure addio al diritto allo studio, all'obsoleta uguaglianza delle opportunità, alla funzione fondamentale del sistema pubblico dell'istruzione. Non ce n'è bisogno: chi più ha potrà andare avanti; gli altri si arrangino".
"Eppure non è di questo che ha bisogno la nostra scuola: poco senso ha, infatti, - spiega Milano - ragionare di quanti alunni debba avere una scuola ottimale se non si costruiscono le condizioni affinchè veramente essa sia ottima. Da qui occorre partire per realizzare un piano di dimensionamento scolastico: dalla qualità e dalla densità dei bisogni, dalla loro articolazione territoriale e individuale, dalle nuove esigenze che provengono da una scuola sempre più frequentata da bambini che provengono dall'Albania, dal Senegal, da Santo Domingo".
"Ridurre la questione a un semplice calcolo numerico - continua - è mortificante per il ruolo degli enti locali, degli insegnanti, della stessa Regione, dall'altra, è assolutamente assurdo poichè forse si spenderà meno, ma la scuola verrebbe privata della sua funzione fondamentale: contribuire a ridurre le disuguaglianze, giocare un ruolo attivo nella crescita delle intelligenze e delle persone".
La seconda questione affrontata nel documento dei Ds "riguarda il tentativo del ministro Moratti di anticipare la sua controriforma - spiega Milano - attraverso intese con alcune regioni e la sperimentazione in 200 scuole d'Italia: pur di distruggere quanto faticosamente ha costruito il Centro sinistra, il ministro ricorre a ogni mezzo, persino allo scavalcamento del Parlamento. Così, visto che il suo Governo non le ha concesso di avviare la sperimentazione su larga scala, si accontenta di attuarla in poche scuole, e per cercare di salvare la faccia rincorre intese con regioni amiche cercando di anticipare il disegno contro-riformatore presente nel disegno di legge delega per la scuola approvato dal Consiglio dei ministri il 14 marzo 2002".
"E' inaudito - denuncia il dirigente Ds - che un ministro si permetta di oscurare il Parlamento, ed è inaudito che ci siano Regioni che l'aiutano a farlo. Per fortuna l'Anci nazionale e le organizzazioni sindacali confederali della scuola hanno detto lt alla spericolata e confusa sperimentazione (anticipo delle iscrizioni alle materne e alle elementari, insegnamento dell'inglese nella prima elementare) che fra l'altro sta letteralmente disorientando le famiglie. Ma il ministro Moratti non può permettersi, dopo aver strombazzato di qua e di là la sua "riforma", di veder iniziare il prossimo anno scolastico a mani vuote".
Un disegno, secondo i Ds, a cui pare prestarsi la nostra Regione che si accingerebbe ad aggiungersi ad altre nella firma di un'intesa anticipatrice di alcune linee presenti nel disegno di legge delega. "Non è chiaro se nei propositi del ministro ci sia anche l'annullamento dell'obbligo scolastico elevato dalla legge 9/99 a dieci anni - continua Milano -. Quello che è certo è che, mentre nella legge in vigore l'obbligo scolastico si assolve per tutti nella scuola superiore, per la Moratti l'obbligo è assolto anche con la frequenza dei corsi di qualificazione presso i centri di formazione professionale".
" Insomma ritorneranno gli studenti di serie A e quelli di serie B - conclude Milano - in una assurda distinzione di coloro che sono destinati a percorrere le strade più altamente formative da quelli destinati ai sentieri di una più rapida immissione nel mondo del lavoro. Una scuola di classe? Forse non nel senso marxiano del termine, ma sicuramente una scuola inaccettabile, creatrice di disuguaglianze precoci ed estranea ai processi riformatori presenti in quasi tutti i paesi europei".


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