Messaggero Veneto: «Gli istituti paritari sono stati favoriti dalla Finanziaria»
La Flc-Cgil replica ai cattolici
«Tanto rumore per nulla». Sulle proteste dei genitori delle scuole cattoliche provinciali, il sindacato Flc-Cgil gioca al ribasso: «Alunni di Stato finiti in serie B e alunni delle paritarie cattoliche di serie A: la Finanziaria 2007 sottrae alle statali 2 milioni 400 mila euro. Per le cattoliche aumenta di 50 milioni il “bonus” della Repubblica».
A conti fatti, in Friuli Venezia Giulia il 5% di alunni frequenta le scuole non-statali, il 95% entra nelle aule della Repubblica e il sindacato Flc-Cgil risponde picche alla protesta dei genitori cattolici dell’associazione Agesc di Pordenone. Inviperite per la penalizzazione di 300 mila euro dell’assegno regionale 2007 (erano 2 milioni 606 mila euro nel 2006), le mille famiglie del Pordenonese con figli iscritti a Don Bosco, Vendramini, San Giorgio e anche all’Immacolata di Conegliano hanno lanciato l’anatema alla giunta regionale Illy.
I cigiellini Carla Franza e Gianfranco Dall’Agnese, dal canto loro, danno un’altra angolatura al problema: «Confrontiamo i tetti massimi per ottenere l’assegno di studio – propongono i sindacalisti –: nella statale il tetto consentito è di 36 mila euro di reddito, nella paritaria regionale 52 mila euro. Un bel vantaggio. Oltre il 30% degli investimenti della Regione Friuli per la scuola sono assorbiti dal settore dell’istruzione paritaria, non statale. E la scuola della Repubblica è in debito di ossigeno: senza euro per pagare le supplenze brevi dei precari, senza risorse per i materiali didattici».
Nel 2006 i contributi statali alle scuole paritarie friulane sommano 2 milioni 100 mila e 427 euro in sussidio alle scuole dell’infanzia, 5 milioni 150 mila 471 euro per il servizio pre-scolastico integrato nella scuola dell’infanzia, un milione 796 mila 301 euro sulle convenzioni con la scuola primaria, 199 mila 222 euro all’integrazione dei disabili e 132 mila euro assegnati per progetti delle secondarie.
«Le scuole paritarie ricevono altri contributi dagli enti locali - ricordano le generosità di Provincia e Comuni, Franza e Dall’Agnese -. È danaro pubblico: cifre da capogiro, visto che finanziamenti statali, regionali e delle istituzioni locali si cumulano. È tutta da rivedere la legge sulla parità (62/2000): per formare una classe nelle scuole paritarie bastano 8 alunni e, intanto, nelle statali si arriva a 31. Non va dimenticato che il contributo minimo per una scuola media paritaria è un assegno di 12 mila euro e si arriva a quota 18 mila euro nelle superiori. Un consiglio per tutti i genitori dell’Agesc: rileggete la Costituzione all’articolo 33, perché quelli sono i veti diritti costituzionali calpestati». (c.b.)