Messaggero Veneto: Gli alunni non italiani sono il 12% In arrivo i primi docenti stranieri
Banchi multietnici al 12 per cento, nelle scuole del Pordenonese e cattedre in evoluzione: arrivano i primi insegnanti stranieri.
A SCUOLA
Banchi multietnici al 12 per cento, nelle scuole del Pordenonese e cattedre in evoluzione: arrivano i primi insegnanti stranieri.
Precari “foresti”, al momento. Prima, gli esperti di madrelingua russa, francese, spagnola, inglese (indimenticabile per generazioni di studenti Donald, il lettore americano reduce del Vietnam), tedesca erano una nicchia di poche unità nelle superiori. Il 2008 è l’alba storica delle cattedre multietniche. Misurano la cosa, allo sportello Flc-Cgil.
«Importeremo dall’Est europeo gli ingegneri per insegnare meccanica e matematica nelle scuole Nordestine - scherza fino a un certo punto il sindacalista Flc-Cgil Gianfranco Dall’Agnese con Carla Franza -. C’è movimento: bussano al nostro sportello vari laureati stranieri che aspettano la cittadinanza italiana e chiedono come fare, per inserirsi nelle graduatorie di insegnamento. E’ l’alba di un nuovo fenomeno».
I docenti italiani sognano le cattedre all’estero, i “cugini” europei, palestinesi, africani desiderano un posto in aula. Un fenomeno che aumenterà, nel tempo medio, i numeri dei precari. Nel settore ausiliari, tecnici, amministrativi Ata dell’istruzione provinciale le quote di cittadini europei ingrassano da qualche anno le fila dei supplenti. Arrivano dall’Est: Slovacchia, Polonia, ex-Jugoslavia, Romania e hanno titoli professionali e diplomi in regola.
«Tra i bidelli, soprattutto precari, ci sono molti stranieri immigrati che hanno ottenuto la cittadinanza italiana - confermano la tendenza, i cigiellini -. I professori sono in aumento: ha chiesto consulenza un giovane straniero laureato a Torino, in attesa della cittadinanza italiana e con tanta voglia di insegnare».
In aumento le domande di equipollenza dei titoli di studio, nell’ufficio scolastico. Una procedura burocratica lunga e spesso i curricoli vanno integrati con nuovi esami. Una lettrice di lingua tedesca e una collega di spagnolo precarie lo stanno facendo, per fare valere il titolo nelle scuole di Pordenone.
«Insegnare di italiano con una cattedra tutta nostra - dicono con il desiderio di smarcarsi dalla compresenza come esperte madrelingua nelle superiori -: è il nostro obiettivo. I posti di ruolo per lettori madrelingua sono pochi e gli anni di gavetta troppi».
Una corsa contro il tempo, perché l’annunciata regionalizzazione della scuola potrebbe riservare le cattedre sulla Destra Tagliamento ai docenti “local”.
Chiara Benotti