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Messaggero Veneto: Fvg, arriva il federalismo scolastico

Il personale docente e ausiliario sarà assunto con concorsi regionali RIVOLUZIONE NELL’ISTRUZIONE Illy chiede la devolution a Prodi. I prof saranno pagati dalla Regione Il governatore: sul friulano in classe pronti a partire già da quest’anno

01/08/2007
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MessaggeroVeneto

di TOMMASO CERNO
UDINE. Dopo il friulano in classe arriva la devolution dei docenti: il Friuli Vg come già la Valle d’Aosta e il Trentino Alto Adige progetta i i prof “regionali”. La rivoluzione che trasferirà personale e concorsi dallo Stato al Fvg è stata richiesta dal governatore Riccardo Illy al premier Prodi. Fra le novità, la devoluzione prevede che docenti e personale ausiliario siano assunti con concorso regionale e non più statale e passino alla dipendenze della Regione. Un modo per gestire anche l’insegnamento plurilinguistico in friulano, sloveno e tedesco. Intanto il presidente Illy conferma che la legge sul friulano a scuola sarà votata in settembre dall’aula per garantire l’avvio già dall’anno scolastico che si aprirà in autunno.
Sulla devolution dei docenti, Illy spiega che «l’istruzione è determinante per sviluppo economico e sociale per cui chiediamo al presidente del consiglio, come già previsto dal protocollo d’intesa, di prevedere il trasferimento delle competenze in materia di gestione dell’istruzione scolastica», dice. Con programmi ministeriali come base di partenza, «che verranno fatti a livello nazionale», aggiunge Illy, «ma personale ausiliarrio e docenti assunti con concorsi regionali e pagati con risorse regionali risolvendo così anche la questione del friulano, sloveno e tedesco che sono le tre lingue tutelate nella nostra regione». Un progetto fattibile, secondo Illy, anche se «impegnativo. Parliamo di migliaia di persone a cui dovranno corrispondere nuovi decimi di compartecipazione. Ma già il Trentino Alto Adige e la Valle d’Aosta hanno questa gestione – continua – e non mi pare abbiano alcuna difficoltà a realizzarla».
Intanto la Regione si prepara al varo finale della legge sul friulano. «Se sarà approvata entro settembre – assicura Illy – potrà entrare in vigore in qualche misura già dall’anno scolastico 2007-2008. Sarà una riforma graduale che crescerà anno dopo anno, senza dimenticare che comunque l’insegnamento del friulano è già in funzione. Si tratta di allargare quello che c’è e insegnarlo per poter poi apprendere anche le altre materie». E proprio sull’insegnamento della madrelingua torna il governatore Illy. «In molti interventi – dice – non tanto quelli dei cittadini che non sono tenuti a una informazione approfondita, ma quelli dei politici e anche dei parlamentari sono risultati disinformati e suggeriti solo da qualche strana e incomprensibile interpretazione della legge. Va ricordato, come ha fatto la Schiavi Facchin, che la norma del 1999 cui la legge regionale va a dare attuazione già prevede due cose. Primo: che il friulano venga insegnato. E qui c’è la facoltà di aderire o meno perché è una materia facoltativa. Secondo: che venga anche usato per insegnare altre materie. Non è una invenzione del legislatore regionale». Secondo Illy, «lingua e cultura friulana sono un patrimonio dei friulani ovviamente – prosegue – ma di tutta la Regione. Un patrimonio che arricchisce tutti gli abitanti. Se vogliamo che questo patrimonio sia tutelato e promosso, la prima cosa da fare è trasferirlo alle generazioni successive. Ed è chiaro che il modo per farlo è anzitutto insegnare la lingua e insegnare nella lingua».
Il presidente torna anche sul tema dell’opportunità o meno dell’insegnamento in friulano. «Molti cittadini e lettori del Messaggero Veneto hanno affermato che sia più importante per i loro figli parlare l’inglese – aggiunge Illy –. Anche qui vanno chiarite due cose: le lezioni di friulano sono aggiuntive non sono sostituite. La lingua straniera è obbligatoria, dapperttutto la prima, in molte scuole anche la seconda. In più, ricerche fatte in tutto il mondo negli ultimi decenni hanno dimostrato che per chi già conosce due lingue apprendere la terza è molto più facile. Questo lo si vede per i bilingui sloveni e vale anche per i bilingui friulani. Non solo insegnare il friulano non sottrae niente all’insegnamento dell’inglese ma addirittura ne favorisce l’apprendimento».
Sui punti controversi della norma, infine, come l’iscrizione per tutti e la richiesta di esonero Illy conferma la scelta della Regione. «Qualcuno ha ipotizzato che questo preluda a formalizzare un sistema di tipo nazionalistico – dice –. Francamente mi sembra tirata per i capelli. Il problema invece è favorire l’apprendimento del friulano da parte del numero più elevato di persone, per tutelare e promuovere quel patrimonio. Senz’altro il sistema di iscrizione di tutti con richiesta di esonero per chi non vuole risponde meglio a questa esigenza. Inoltre già oggi la maggioranza si iscrive. Per cui anche per motivi pratici non sembra giusto costringere la maggioranza a iscriversi anziché lasciare che la minoranza chieda l’esonero».


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