Messaggero Veneto: Doppio attacco al friulano
«Increduli – dicono tanti insegnanti locali che vantano radici nel Centro-Sud al 50 per cento – sulla futura dittatura del friulano in cattedra. In tutte le discipline di insegnamento».
SCUOLA
Doppia offensiva al friulano potenziato a scuola: 200 firme raccolte sul banchetto di Pordenonelegge.it dall’editore Antonio Napolitano, più la furia critica del sindacato Flc-Cgil. I docenti statali? «Increduli – dicono tanti insegnanti locali che vantano radici nel Centro-Sud al 50 per cento – sulla futura dittatura del friulano in cattedra. In tutte le discipline di insegnamento».
Va giù duro l’editore scolastico Napolitano. «A viso aperto, mi batto contro la nuova legge sul friulano a scuola – è la campagna del promoter della Libraria editrice, con la petizione aperta nelle giornate del festival del libro –. Sancisce l’insegnamento obbligatorio della marilenghe a scuola, se non espressamente rifiutato dai genitori. Un gioco politico, in vista delle elezioni regionali 2008. Chissà quanti genitori distratti e non informati si troveranno con i figli iscritti a scuola di friulano? Non si riesce a immaginare i costi di questa dittatura linguistica: 8 mila docenti da arruolare, una miriade di testi sui banchi con le varianti lessicali, se non si vuole ricorrere al friulano standard. Voltiamo le spalle alla lingua di Dante, Leopardi e Manzoni?».
I cigiellini non battono in ritirata. «Il disegno di legge regionale sul friulano ha elementi anti-costituzionali – dicono Carla Franza e Gianfranco Dall’Agnese – perché la Regione blocca quote dell’autonomia scolastica e attiva il reclutamento docente nelle statali. La legge è impositiva, manca di una scelta reale sulle opzioni volontarie al friulano in classe». (c.b.)