Messaggero Veneto-Docenti precari, ora si complica

Docenti precari, ora si complica
l'accesso all'abilitazione scolastica

Riforma dei cicli scolastici in discussione al Parlamento e docenti precari in mezzo a un mare di guai annunciati. Se la riforma decolla, le cose si complicano per l'occupazione perché ai concorsi ordinari o riservati resterà l'unica funzione di reclutare in ruolo gli insegnanti delle nuove generazioni, non più di abilitare. Addio ai maxi concorsi di massa e buongiorno al ruolo di protagonista delle Ssis, le scuole biennali universitarie di specializzazione post-laurea che daranno il pass in esclusiva dell'abilitazione e idoneità. Una strada strozzata a imbuto per i supplenti e neolaureati, costretti alla scelta obbligata sissina che vale in tasse biennali almeno 3 mila euro da sborsare. Senza contare che non tutti gli aspiranti rientrano nell'iter sissino, per il numero chiuso e la selezione alta nei test di ingresso. Ingoiare il rospo amarao della cancellazione dei concorsi abilitanti, che erano stati promessi ogni biennio dal governo dell'Ulivo, è un'impresa dura anche per i sindacalisti di Cgil scuola Carla Franza e Gianfranco Dall'Agnese.
"Il reclutamento in cattedra tramite l'università significa togliere le speranze occupazionali a centinaia di neolaureati e docenti supplenti non abilitati della provincia di Pordenone '#8212; si allarmano i cigiellini '#8212;. Cancellare i concorsi ordinari abilitanti e relegarli alla funzione di reclutamento in ruolo, sempre che siano banditi, è riduttivo e penalizzante. I corsi Ssis sono molto cari per le tasche degli aspiranti prof che hanno bilanci in bilico, inoltre non esistono i percorsi abilitanti nelle università per il settore della scuola elementare e materna. Che fare per loro? Chiediamo di rivedere la partita concorsi pubblici nel testo della riforma dei cicli, per non spezzare il futuro a migliaia di precari e giovani laureati: già provvede a farlo la ghigliottina della finanziaria".