Messaggero Veneto-Comuni pronti ad accorpare le scuole
amministrazioni chiedono al direttore scolastico di avviare la razionalizzazione della rete Comuni pronti ad accorpare le scuole Forte: non più di 20 istituti a rischio. Cgil: non si improvvisi ...
amministrazioni chiedono al direttore scolastico di avviare la razionalizzazione della rete
Comuni pronti ad accorpare le scuole
Forte: non più di 20 istituti a rischio. Cgil: non si improvvisi
di TOMMASO CERNO
UDINE '#8211; Decine di comuni del Friuli-Venezia Giulia sono pronti da tempo ad accorpare le scuole sul proprio territorio e ridurre il numero degli istituti attivi. Tanto che molte amministrazioni hanno inviato all'ufficio scolastico regionale le proprie proposte e, secondo i calcoli effettuati, non si tratterà di chiudere le 64 scuole che non raggiungono la media nazionale nel rapporto alunni-docenti, come denuncia la Cgil, bensì di razionalizzare la rete regionale con un numero di accorpamenti molto minore.
Qualche scuola verrà dunque chiusa, anche se per partire con il progetto di una nuova rete regionale, il direttore Bruno Forte deve attendere la disponibilità della Regione per definire i nuovi ambiti territoriali omogenei sui cui insediare le scuole: "Le singole proposte che vengono dalle amministrazioni - dice Forte - sono un contributo prezioso e un segnale ottimo di volontà. Ma serve avere chiara la situazione globale del territorio per intervenire".
L'idea del direttore scolastico è quella di insediare un gruppo di lavoro misto proprio agli Stati generali della scuola voluti dall'assessore regionale all'istruzione Alessandra Guerra a novembre, tra enti locali, Regione e ministero proprio per avviare una rivisitazione generale dei criteri di insediamento e giungere alla soluzione ottimale che, anticipa, "credo non potrà ridurre gli attuali istituti di oltre una ventina, anche perché le amministrazione stesse si rendono conto che una situazione come la nostra, che ospita scuole da 5 alunni e altre da 2300 non può andare avanti". Tra i Comuni che da tempo hanno inviato la propria proposta di razionalizzazione all'ufficio regionale ci sono Mortegliano, Talmassons, Castions di Strada, Pozzuolo, Campoformido, Pasian di Prato, Pagnacco, Martignacco, Ampezzo, Aiello Fiumicello, Aquileia e Cervignano. "I comuni propongono accorpamenti - prosegue il direttore - ma il nostro problema è che non possiamo intervenire con aggiustamenti parziali. Serve invece una pianificazione su tutto il territorio regionale".
Sui tempi però non c'è certezza e la Cgil-scuola torna all'attacco, denunciando che "con l'inizio del prossimo anno, la competenza in ordine alla definizione della rete scolastica passa interamente agli enti locali - spiega il segretario Antonio Luongo -. L'esigenza è avvertita sia dal mondo della scuola sia da numerosi sindaci che chiedono da tempo di aprire una discussione".
E' necessario, secondo il sindacato, che "la Regione proceda al censimento dei bisogni educativi e formativi - continua Luongo - e alla definizione degli ambiti territoriali omogenei perché senza questo adempimento i comuni e le province non possono procedere".
Le ragioni dell'allarme della Cgil-scuola sono state create dall'annuncio della Moratti che 2000 scuole in Italia (64 in regione) sono sottodimensionate e devono essere chiuse: "Se passasse la controriforma Moratti - prosegue Luongo - che prevede la riduzione di un anno dell'obbligo scolastico, si abbasserebbe anche il numero degli alunni per ogni istituto e quelli che erano già al limite si ritroverebbero a rischio chiusura". Secondo il sindacato, "affrontare la discussione come la Moratti con l'ottica del risparmio è sbagliato - aggiunge il segretario - Questa strada porta in un vicolo cieco. L'assessore Guerra aveva annunciato entro luglio un appuntamento per parlare di rete scolastica con tutti i sindaci e con le loro associazioni. Non si è saputo più niente. Questo è un motivo di preoccupazione in più per cui chiediamo al governo regionale chiarezza su questo delicato argomento".